Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, ha firmato pochi giorni fa il Decreto Interministeriale che consente di riconoscere ai datori di lavoro privati incentivi da destinare al sostegno dell’occupazione dei giovani e delle donne. La misura, che ha carattere straordinario e può contare su risorse finanziarie per oltre 230 milioni di euro, riguarderà i rapporti di lavoro stabilizzati o attivati entro il 31 marzo 2013.

I contributi verranno riconosciuti per contratti stipulati con giovani di età fino a 29 anni ovvero donne, indipendentemente dall’età anagrafica, secondo limiti numerici per ciascun datore di lavoro, che consentano di rispettare la disciplina comunitaria degli aiuti di Stato.

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In particolare, viene riconosciuto un importo pari a 12.000 euro in caso di trasformazione di un contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato, ovvero per ogni stabilizzazione di rapporti di lavoro nella forma di collaborazioni coordinate e continuative, anche nella modalità di progetto o delle associazioni in partecipazione con apporto di lavoro.

Tali forme di stabilizzazione dovranno riferirsi a contratti di lavoro in essere ovvero cessati da non più di 6 mesi e mediante la stipula di contratti a tempo indeterminato, anche a tempo parziale.

Sono, inoltre, previsti incentivi per le assunzioni di giovani e donne a tempo determinato, la cui misura varia in relazione alla durata del rapporto di lavoro. In particolare il valore del contributo è stabilito:

– nella misura di 3.000 euro per contratti di lavoro di durata non inferiore a 12 mesi;

– nella misura di 4.000 euro se la durata del contratto supera i 18 mesi

– e, da ultimo, nella misura di 6.000 euro per i contratti aventi durata superiore a 24 mesi.

Fonte: AGO Press

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No Comments

  • Pasquale ha detto:

    …e per chi, come me, ha un contratto di lavoro part time a tempo indeterminato? ci sono agevolazioni?
    Grazie.

  • Patrizia castagnetti ha detto:

    Ho una figlia di 24 anni che assieme ad una socia di 31 hanno aperto una società, il minimo che la legge permettesse come costi di inizio attività. Sono ragazze che fanno impresa per obbligo non per scelta ma nonostante tutto non siamo riusciti a trovare nessuna delle tante decantate agevolazioni, la realtà e che senza nessuna fattura in attivo, tra spese di inizio, INPS e commercialista le spese sono esorbitanti e la speranza di fatturare minima. Naturalmente anche avere uno spazio per creare un laboratorio a prezzi di affitto minimi, magari spazi comunali o pubblici neanche parlarne. Insomma finche i genitori possono loro ci provano e poi chissa…così ci stiamo bruciando una generazione. Sono ragazze laureate, con conoscenza di più lingue tra cui il giapponese e diversi stage gratuiti alle spalle, ma nessuno che investe su di loro. Allo stato italiano sono costate 20 anni di istruzione per poi se va bene andranno all’estero.
    Saluti
    Patrizia