di 9.810 assunzioni, quasi il doppio rispetto ai 5.934 neoassunti di tutto il periodo del 2011. Un dato nettamente in controtendenza nel mercato del lavoro in Italia, che – invece – ha registrato nel primo semestre dell’anno una diminuzione degli occupati pari a 76.000 unità.

“Questi dati confermano la vivacità del settore professionale che, nonostante la crisi economica, riesce ancora a creare occupazione”, ha commentato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. “Nel desolante quadro della disoccupazione in Italia, gli studi professionali hanno una forte attrattiva, soprattutto per i più giovani e per le donne che rappresentano quasi il 90% degli occupati”.

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I dati emergono dal comunicato stampa di Confprofessioni, Confederazione italiana libere professioni, che ha incrociato i dati Inps sulle posizioni lavorative attive e le cessazioni nel periodo 1 gennaio-30 giugno 2012. Dai dati emergono importanti novità che ridisegnano la geografia occupazionale negli studi professionali.

Se, infatti, il Nord si conferma come principale volano dell’occupazione per gli studi, con oltre 4.500 assunzioni nette, le regioni del Sud sono certamente le più dinamiche, con quasi 2.500 nuovi posti di lavoro creati. Un dato che supera le regioni del Centro, dove l’incremento occupazionale si attesta a quota 1.803 unità.

A trascinare la ripresa occupazionale negli studi professionali sono in gran parte giovani e, comunque, persone che si affacciano al mercato professionale attraverso un contratto di apprendistato. Tra nuove assunzioni e cessazioni, il saldo occupazionale è pari a 3.635 apprendisti che hanno trovato uno sbocco all’interno di uno studio professionale.

“Quale parte sociale del settore delle professioni, abbiamo voluto vedere da vicino la realtà occupazionale all’interno dei nostri studi”, ha continuato Stella “Si tratta di numeri che ci hanno colto piacevolmente di sorpresa e testimoniano lo sforzo compiuto con il Ccnl studi professionali, ratificato lo scorso novembre, a favore dei giovani e dei nuovi profili professionali che operano all’interno degli studi”.

Scomponendo i dati per attività emergono, poi, le professioni più attive sul mercato del lavoro. In cima alla graduatoria dell’occupazione negli studi svetta l’area economico-amministrativa (commercialisti, consulenti del lavoro e studi di consulenza amministrativo-gestionale), che presenta un saldo occupazionale positivo pari a 5.687 unità.

Al secondo posto si piazzano le professioni dell’area sanitaria (medici generici, ambulatori e poliambulatori, medici specialisti, studi odontoiatrici e veterinari).

Seguono le attività tecniche (studi di architettura e ingegneria, geometri, periti industriali, agrari, geologi, ecc.), con un saldo che sfiora le 700 unità.

Più indietro le professioni giuridiche (avvocati e notai) che vedono pendere la bilancia tra posizioni lavorative cessate e nuovi assunti a favore di questi ultimi con un saldo di 210 unità.

Per scaricare la Tabella “L’occupazione negli studi professionali” cliccare qui.

 

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