L’anno scorso gli istituti di credito esteri hanno erogato un maggior numero di finanziamenti rispetto alla banche italiane: lo rivela Aibe.

Ottenere un mutuo è una condizione indispensabile all’acquisto di un immobile, gran parte dei risparmiatori italiani sceglie di stipularne uno per acquistare la casa dei propri sogni o investire nel futuro dei propri figli. Dal momento che sul mercato ci sono tantissime tipologie di finanziamenti, per trovare quello più in linea con le nostre esigenze possiamo confrontare i migliori mutui delle principali banche e scegliere quello maggiormente vantaggioso.

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Per quanto riguarda la concessione di credito i consumatori possono tenere presente che sussiste la possibilità di richiedere liquidità anche agli istituti esteri attivi nel nostro Paese. Questi ultimi, secondo l’Aibe (Associazione fra le Banche Estere in Italia), sono più flessibili e disponibili ad erogare finanziamenti.

I dati Aibe rivelano che l’anno scorso le cinque banche straniere più importanti – l’istituto di credito Barclays, Bnl-Bnp Paribas, Ing Direct, Cariparma-Credit Agricole e Deutsche Bank – hanno erogato complessivamente 15 miliardi di euro in più rispetto al 2011. Se, invece, si guarda agli istituti nostrani, Aibe registra una diminuzione del 3,4% in termini di finanziamenti concessi.

Purtroppo anche le banche estere – che complessivamente sono 102 (con 2.700 sportelli e 37mila dipendenti all’attivo) e rappresentano il 15,8% dell’intero sistema bancario nazionale – hanno subito gli effetti della crisi, vedendosi costrette a fare una serie di tagli, il 5% sugli impieghi annui e il 7% sul personale – rivela l’Aibe.

In Italia, la difficoltà ad accedere al credito bancario dipende da numerose difficoltà strutturali tipiche del sistema, fra cui l’eccessiva burocrazia e l’elevata pressione, cui purtroppo sono soggette le banche di casa nostra. Vincoli che finiscono per rallentare il mercato del credito al consumo e che, alla lunga, incideranno in modo pesante anche sugli istituti di provenienza estera.

Le conseguenze di questa situazione potrebbe essere devastanti per l’Italia: di questo passo – mette in guardia l’Aibe – gli operatori stranieri potrebbero gradualmente perdere interesse nei confronti del nostro Paese, determinando così un crollo nell’acquisto dei nostri Titoli di Stato oltre che dello spread.

 

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