Secondo gli ultimi dati ABI sull’inclusione finanziaria dei migranti, sono aumentati i lavoratori stranieri che aprono un conto corrente in Italia.

Un contributo sostanziale all’integrazione di persone di diversa etnia nella nostra società passa anche per l’inclusione finanziaria: questa si rivela capace di accelerare la partecipazione degli immigrati alla vita sociale ed economica del Paese.
La maggior parte dei lavoratori stranieri (66%), infatti, è intenzionata a confrontare i conti correnti più convenienti offerti dai vari istituti di credito per aprirne uno nel nostro Paese.

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E’ con questo messaggio che si è aperto il Forum CSR 2013 dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI). In occasione dell’evento sono state presentate le principali evidenze emerse dall’Osservatorio nazionale sull’inclusione finanziaria dei migranti.

Come già anticipato sopra, il dato è indicativo dell’inclusione finanziaria, che vede protagonisti sempre più immigrati residenti in Italia per motivi familiari o lavorativi. Anziché trasferire i risparmi nei Paesi nativi, il 66% ha preferito amministrarli in casa nostra, aprendo un conto corrente in banca (circa 2 milioni). La metà di questi (30%) ha addirittura avuto rapporti con istituti diversi da quello attuale.

Le motivazioni alla base di questo trend sono varie: il 27% preferisce, infatti, avere a disposizione un po’ di denaro per far fronte al periodo di crisi e ad eventuali imprevisti futuri. L’11% desidera, invece, integrarsi più intensamente nella cultura “made in Italy”, mentre una minora percentuale (10%) sogna di comprare casa e insediarsi stabilmente nel nostro Paese.

In particolare, dagli ultimi rilievi dell’Osservatorio, risulta che sono circa 2.264.900 i cittadini immigrati che hanno accesso diretto al conto corrente. Discreto anche il numero di quanti utilizzano strumenti di pagamento elettronico (circa 580.900) come la carta prepagata PostePay o le carte di credito, che, grazie al codice Iban di cui sono dotate, consentono di effettuare molte delle tradizionali operazioni bancarie. Appare in crescita anche il dato relativo all’uso di carte bancomat e online banking.

Secondo i dati ABI, il profilo medio è uomo (60%) di età compresa fra i 35 e i 55 anni (61%), sposato oppure convivente (80%), in Italia da almeno 14 anni (dato medio) e con un profilo di istruzione alto: il 43% ha un titolo di scuola superiore e il 37% un titolo universitario. In generale, l’immigrato è un cliente informato e consapevole: la metà di loro ha cambiato istituto di credito perché è venuto a conoscenza di servizi più vantaggiosi.

Ricordiamo che l’Osservatorio sull’inclusione finanziaria è un progetto nato dalla collaborazione fra l’ABI e il Ministero dell’Interno e coordinato dal CeSPI, il Centro Studi di Politica Internazionale. Obiettivo dell’Osservatorio, che ha un mandato pluriennale che scadrà a giugno 2014, è fornire un monitoraggio costante sul fenomeno dell’inclusione finanziaria. In questo modo si possono conquistare strumenti utili per favorire l’integrazione.

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