Le risorse a supporto dei risparmiatori onesti vanno moltiplicandosi nell’ultimo periodo, grazie alla lotta all’evasione fiscale condotta a favore di una corretta gestione dell’economia italiana.
Oltre a poter contare sul supporto di comparatori online per comparare i conti Hello Bank!, Fineco, Ing Direct o di altri istituti, che offrono la possibilità di gestire in piena autonomia i propri risparmi e di monitorarne i movimenti, scegliere il giusto conto e riuscire ad amministrarlo in modo corretto può tornare utile anche nei confronti del nuovo redditometro.

L’Agenzia delle entrate ha infatti fatto partire le prime lettere del redditometro e, in caso di segnalazioni errate, i contribuenti possono difendersi semplicemente giustificando tutti i movimenti di denaro.
Innanzitutto, però, vediamo che cos’è nel dettaglio il redditometro e quali contribuenti rischiano di ricevere la lettera del fisco.
Il redditometro è un calcolo attraverso il quale l’Agenzia delle Entrate misura il rapporto fra entrate e uscite, ovvero fra reddito e spese da parte dei cittadini. Verranno quindi indagati tutti i conti correnti, le spese effettuate, gli investimenti per trovare chi spende di più di quanto guadagna. Attraverso il test Il tuo redditometro de ilSole24Ore è possibile vedere se si rischia o no.

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Il fisco invia le lettere del redditometro solo a chi presenta una differenza del 20% fra reddito e spese, ovvero chi ha speso un quinto di più di quello che ha guadagnato. Grazie all’anagrafe dei conti correnti e alla dichiarazione dei redditi l’Agenzia delle Entrate può sapere più o meno quali sono i beni in possesso del contribuente e può fare una stima di quelle che sono le spese che ci si può permettere di fare. Ma com’è fatta la lettera del redditometro?

La lettera del fisco si presenta con tre diverse colonne: la prima colonna riporta le “spese certe contenute in Anagrafe Tributaria”, la seconda “le spese basate su dati certi” (come ad esempio le spese per la casa o per la macchina), la terza colonna invece ha uno spazio bianco da riempire con le integrazioni da parte del contribuente. Prima della verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate, infatti, il risparmiatore può completare i dati del redditometro se si è accorto che manca qualcosa.

Difendersi dalla lettera del redditometro è quindi possibile: l’importante però è avere con sé tutte le ricevute necessarie a contestare le accuse di evasione fiscale. In pratica dobbiamo giustificare che tutte le spese effettuate sono state fatte coi nostri soldi o con un prestito di un nostro familiare, ma non derivano da liquidità “nascosta” e non dichiarata al fisco. In questo modo non si avrà nulla di cui preoccuparsi, ma vediamo degli esempi concreti nel dettaglio.

Se ci vengono segnalate spese eccessive rispetto al nostro reddito annuale possiamo giustificarle ad esempio dichiarando che il denaro extra arriva da investimenti che magari non sono stati segnalati nell’Anagrafe Tributaria. Secondo l’autorevole parere de ilSole24Ore infatti “il peso degli investimenti può determinare uno scostamento molto notevole, oltre tre volte, rispetto al reddito dichiarato”.

Un altro caso di “errore di valutazione” del redditometro potrebbe essere quello relativo all’acquisto della casa. Spesso, infatti, “il prezzo indicato nell’atto di acquisto dell’immobile non corrisponde alla spesa effettivamente sostenuta nell’anno di acquisto dell’immobile”. Un giro di parole per dire che parte dell’importo potrebbe esser stato versato in sede di contratto preliminare, ma dobbiamo dimostrarlo.

Uno dei casi più diffusi è quello dei “prestiti” familiari: le nostre spese quindi sarebbero state sostenute col denaro di terzi ad esempio di un nostro parente. È questo un caso molto comune, ma bisogna dimostrare questo passaggio di denaro attraverso un estratto conto o l’assegno circolare per un determinato pagamento. Il consiglio, comunque, è quello di ricordarsi sempre di lasciare traccia di questi movimenti finanziari per evitare beghe col fisco.

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Linda Iulianella

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