Al Sud solo il 32,2% delle donne ha un lavoro, un deficit che grava sull’intera economia del Paese. Quali, le soluzioni?

In Italia il divario di genere sui tassi di occupazione rimane tra i più alti in Europa. A febbraio 2020 la direttrice Istat Linda Laura Sabbadini dibatteva alla Camera dei Deputati su come al Sud i livelli di occupazione femminile fossero gli stessi di quelli degli anni ’70. In stato di crisi da pandemia, la situazione sembra ancora più complessa. Eppure le risposte al problema della condizione femminile al Sud – e più in generale del lavoro femminile in Italia – potrebbero davvero far ripartire l’economia del Paese.

Donne e lavoro: scarsi servizi per l’infanzia

Il problema si riscontra nelle carenti politiche di conciliazione dei tempi lavoro-famiglia e negli scarsi servizi per l’infanzia. Sono difatti in minoranza le donne madri lavoratrici: la maggior parte delle neo mamme in Italia lascia il lavoro per occuparsi dei figli. Dal 2018 pare quindi aumentato il deficit delle donne con figli in età prescolare rispetto alle donne senza figli che risultano invece la maggioranza delle lavoratrici italiane.

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Le più svantaggiate risultano le giovani mamme che non riuscendo a gestire la vita professionale con quella familiare, decidono spesso di cercare lavori part time o di dimettersi: il Rapporto sull’Ispettorato del lavoro rivela che ben 37mila donne nel 2019 hanno lasciato la propria occupazione.

Il deficit dell’occupazione femminile nel Mezzogiorno

Il Rapporto Svimez 2019 vede dunque il Paese al penultimo posto in Europa per tasso di occupazione femminile e il Mezzogiorno sempre più distante dagli altri Paesi europei.

In Italia l’occupazione femminile progredisce con maggiore dinamicità nel Centro-Nord (+0,6% all’anno a fronte del +0,3% del Sud). Il Mezzogiorno di contro perde quota passando dai 27,5 punti del 2008 ai 30,5 punti degli ultimi anni.

Gli incentivi del Piano Sud 2030

A febbraio 2020 è stato presentato dal ministro Giuseppe Provenzano il Piano Sud 2030, inserito nel Piano Nazionale delle Riforme, un processo che «amplia le possibilità di sviluppo e coesione per l’Italia, partendo dal Mezzogiorno». Il piano prevede un programma che guarda a favore dell’occupazione femminile e tenta di risolvere le problematiche sopra citate. Per un Sud più inclusivo si prevede di ampliare e migliorare l’offerta e la qualità dei servizi di cura e per la prima infanzia, col doppio obiettivo di rafforzare l’apprendimento scolastico e consentire alle lavoratrici una migliore conciliazione dei tempi di vita.

Infine sono previsti degli incentivi per aumentare l’occupazione femminile al Sud, come «lo sgravio contributivo al 100% a tutte le nuove assunzioni a tempo indeterminato delle donne e alle trasformazioni dei loro contratti da tempo determinato a indeterminato, applicabile nei limiti di 8.060 euro annui a favore delle imprese che assumono lavoratrici a tempo indeterminato nel Mezzogiorno». Quest’ultimo è previsto anche dall’Agenda 2030 del Parlamento italiano.

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Martina Tolaro

Martina Tolaro

Martina Tolaro, curator ed editor freelance. Ho collaborato con imprese culturali creative nazionali e artisti internazionali. Scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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