Nell’azienda di Brunello Cucinelli i dipendenti vaccinati sono il 99%: merito della vaccinazione in azienda.

Brunello Cucinelli, il “re del cashmere” italiano, è un imprenditore che ha fatto del welfare aziendale una filosofia di vita e lavoro. Tra gli industriali italiani è stato uno dei primi ad aprire un centro vaccinale all’interno dell’azienda, di concerto con l’Asl, per consentire ai dipendenti di immunizzarsi. Ora che il 99% di chi lavora nella sua azienda è vaccinato, Brunello Cucinelli pensa anche al restante 1%, per garantire la sicurezza di tutti.

Brunello Cucinelli: storia di un imprenditore “umanista”

Nato nel 1953 in provincia di Perugia da una famiglia contadina, fin da ragazzo matura l’idea di un’imprenditoria diversa, più vicina ai bisogni dei lavoratori. Un capitalismo da volto umano, che non solo valorizzi il lavoratore ma trasformi l’azienda in una risorsa attiva per il territorio. Il successo imprenditoriale di Brunello Cucinelli avviene quando, nel 1978, stupisce il mercato del tessile con un’intuizione: colorare il cashmere.

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La sua piccola azienda diventa sempre più grande e si radica nella realtà umbra a 360 gradi. Nel 1982 si trasferisce a Solomeo e il successo della sua impresa gli dà la possibilità di realizzare il suo sogno di capitalismo umanista. Trasforma il castello diroccato del borgo nella sede dell’azienda, rileva e riadatta un opificio già esistente per quando l’azienda avrà bisogno di espandersi. Sua l’idea del Foro delle arti di Solomeo, che comprende la Biblioteca Neoumanistica Aureliana, il Ginnasio, l’Anfiteatro e il Teatro.

L’imprenditore investe anche nella formazione: dal 2013 il Foro delle arti ospita anche la Scuola di Solomeo di Arti e Mestieri, per diffondere la cultura dell’artigianato italiano. L’approccio di Brunello Cucinelli gli ha fruttato fama e ricchezza ma anche la stima e la fiducia dei suoi stessi dipendenti: lo dimostra la massiccia adesione alla campagna vaccinale che l’imprenditore ha intrapreso direttamente in azienda.

Vaccinazione in azienda: un’idea che convince

Anche prima che la vaccinazione fosse aperta a tutti, Brunello Cucinelli ha messo la sicurezza dei suoi 1200 dipendenti al primo posto. Di concerto con l’Asl umbra, da mesi tre medici presidiano l’azienda, mettendosi a disposizione dei lavoratori per effettuare tamponi, anche a domicilio. I risultati sono stati incoraggianti: solo 27 casi di positività.

Ora che la vaccinazione in azienda è una realtà ormai sdoganata, Brunello Cucinelli detiene il record di dipendenti che hanno ricevuto almeno una dose: il 99%, vaccinati in tre giorni grazie alla collaborazione dell’Asl. Un risultato che l’imprenditore si aspettava: la politica aziendale prevede che si facciano assemblee trimestrali con tutti i dipendenti. Si sapeva già da tempo, dunque, chi di loro si sarebbe vaccinato e chi no: ora che il Green Pass sta per diventare una realtà obbligatoria anche nelle aziende, Brunello Cucinelli pensa all’1% che ancora resiste alla vaccinazione.

La tutela dei dipendenti, prima di tutto

Ora che la maggior parte dei dipendenti sono vaccinati, ciò che preoccupa Cucinelli è come gestire la questione di coloro che non intendono sottoporsi alla vaccinazione. Gli stessi lavoratori non vogliono trascorrere il loro tempo in azienda con i colleghi non immunizzati. La soluzione per Brunello Cucinelli è lasciare a casa, in aspettativa retribuita per sei mesi, i dipendenti non vaccinati.

“Finché posso cercherò di convincere chi è contrario al vaccino sotto il profilo umano, poi, se chi fa le norme non prende provvedimenti, mi muoverò io.”

Brunello Cucinelli si trova nella non facile situazione di dover “mediare” tra dipendenti vaccinati e non, tutelando la libertà di scelta e la sicurezza di tutti. Due valori che rischiano di annullarsi a vicenda quando la tutela dei lavoratori non vaccinati, lasciati a casa ma regolarmente pagati, si scontra con la situazione di chi tornerà al lavoro in presenza.

“Il mio dovere è proteggere l’azienda e i dipendenti. Non posso imporre a nessuno di fare questa scelta, ma non posso neppure mettere a rischio chi ha scelto di vaccinarsi. Dio vede  provvede: io di certo non voglio licenziare nessuno”.

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Giulia Zennaro

Giulia Zennaro

sono una giornalista freelance di cultura e società, scrivo come ghostwriter, insegno in una scuola parentale e tengo laboratori di giornalismo per bambini. Scrivo per Hall of Series e theWise Magazine e, naturalmente, BuoneNotizie.it: sono diventata pubblicista grazie al loro laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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