Oltre 30 miliardi di fondi saranno destinati alla ricerca e allo sviluppo: grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) saranno attuati cambiamenti importanti nel campo della scienza e della ricerca. Secondo il premier Draghi, risulta fondamentale puntare sui giovani e sulle donne. L’Italia deve investire sui propri talenti, ormai da troppo tempo cervelli in fuga verso altri Stati europei che offrono maggiori opportunità di crescita professionale.

La situazione attuale dei Dottorati in Italia e l’analisi del CNR

Nel nostro Paese le risorse umane e le competenze acquisite attraverso i dottorati di ricerca sono ancora utilizzate in maniera insufficiente. Lo scorso 15 febbraio si è tenuta la terza edizione della “Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia – Analisi e dati di politica della scienza e della tecnologia” elaborata dal CNR. L’ente nazionale di ricerca ha sottolineato il divario esistente con gli altri Paesi. Ma ci sono segnali importanti che fanno presagire cambiamenti positivi.

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I fondi erogati dal PNRR, possono essere un’occasione straordinaria per l’Italia per investire in ricerca e sviluppo, sfruttando al meglio i neo ricercatori e incrementando il numero di posti di lavoro per offrire ulteriori possibilità ai giovani e alle donne.

Il tasso di occupazione dei dottori di ricerca è pari al 93,5% ma il dato scoraggiante è che meno della metà ritiene di mettere in pratica skills acquisite nel mercato del lavoro. Inoltre cifre ancora più basse, tra l’8% e il 10%, riguardano l’occupazione nella ricerca in ambito industriale. Per colmare questo deficit, il CNR insieme a Confindustria, hanno deciso di promuovere attraverso finanziamenti il Dottorato Industriale.  In questo modo ricerca e impresa diventano i protagonisti per rispondere alle esigenze delle imprese.

 

PNRR ricerca sviluppo dottorato

Attività di laboratorio

Per quanto concerne l’occupazione femminile, c’è un miglioramento: oltre la metà dei dottori di ricerca è donna. Ma gli uomini continuano a coprire il 60% dei posti nelle attività a carattere scientifico (STEM) mentre le donne il 58% nelle altre materie. In più continua a persistere un divario retributivo che è pari a 312 euro mensili.

La situazione all’estero

Per quanto riguarda gli studenti del Belpaese, la maggior parte di loro svolge il dottorato all’estero. Sono oltre 12mila gli studenti italiani che frequentano percorsi di studio post lauream in Paesi come Austria, Francia, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Mentre in Italia, gli studenti stranieri provengono da Paesi come Cina, India o Iran. La buona notizia è che gli studenti italiani trovano occupazione dopo qualche anno all’estero grazie alle competenze acquisite durante i corsi di dottorato. In più gli stipendi medi mensili percepiti sono nettamente superiori: 2.700 euro all’estero contro 1.679 euro in Italia.

Il futuro della ricerca e dello sviluppo grazie ai fondi dell’Europa 

Il PNRR può davvero apportare notevoli cambiamenti nel settore Ricerca e Sviluppo (R&S). I fondi erogati possono contribuire a instaurare una collaborazione tra settore pubblico e privato, per attuare nuovi progetti di sviluppo. Ciò serve a creare una “rete” tra ricerca e innovazione e sviluppo sociale ed economico dell’Italia. Grazie al Piano, il Ministero dell’Università e della Ricerca finanzia la creazione di dodici Ecosistemi dell’innovazione a livello locale, regionale e nazionale di cui cinque al Sud. Essi hanno lo scopo di favorire il trasferimento tecnologico e accelerare la trasformazione digitale dei processi produttivi delle imprese. Un vantaggio, questo, in termini di sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica.

Secondo il presidente del CNR, Maria Chiara Carrozza, sarà fondamentale “assicurare adeguate risorse ordinarie anche quando le risorse straordinarie del PNRR avranno esaurito il proprio compito“. Inoltre il CNR potrà assumere un ruolo centrale per poter mediare tra il Governo e la comunità di ricercatori, tra le organizzazioni scientifiche e le imprese. Infine, secondo il presidente Carrozza, occorre che “il CNR debba sempre più combinare il fare ricerca e l’azione di agenzia, recuperando quel ruolo centrale che ha già svolto in passato, basti pensare, ha sottolineato, ai Progetti Finalizzati, e che già svolge nel coordinamento di molte infrastrutture europee di ricerca“.

I fondi erogati dall’Unione europea saranno utili per poter garantire all’Italia un ruolo centrale nel campo della ricerca scientifica e tecnologica nel panorama europeo. Gli studenti italiani rappresentano un’eccellenza nel settore. In questo senso il Piano può garantire loro un posto di lavoro nel Paese d’origine aiutando così l’ambito di R&S che è di fondamentale importanza per il futuro dell’Italia.

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Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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