Sono 500 i milioni di euro di fondi del PNRR destinati al rilancio del Sud. Il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna, ha spiegato che il bando consentirà ai cittadini del Sud Italia di restare nella propria terra di origine.

L’obiettivo è risolvere i problemi di fragilità sociale e di disagio intervenendo sulla qualità dell’offerta dei servizi nelle aree interne i cui destinatari sono 900mila cittadini meridionali. Alle regioni del Sud è destinata una quota minima del 40% dell’investimento complessivo.

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La situazione attuale e le possibili soluzioni

Grazie al Piano dell’Unione europea, conosciuto come Next Generation EU, il Mezzogiorno e le aree interne del nostro Paese potranno beneficiare dell’importante investimento volto alla ripresa economica. Tale investimento è finalizzato a sostenere le potenzialità produttive del Sud e diminuire il divario con il resto del territorio italiano.

Un’opportunità irripetibile per permettere al Sud di risollevarsi dopo il lungo periodo di pandemia. Esso ha subito una notevole battuta d’arresto in ambito occupazionale e in termini di risorse produttive. Il PNRR, con i fondi europei, consentirà un rilancio che permetterà al Sud di tornare a crescere.

L’intervento del ministro per il Sud sul PNRR

Lo scorso 4 aprile, presso il Museo Archeologico Nazionale a Napoli, si è tenuto il convegno sul PNRR al quale ha partecipato il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna. Il ministro ha spiegato come l’attuale momento storico caratterizzato dall’aumento dei costi delle materie prime, la difficoltà di reperirle e i rincari sull’energia, cambino lo scenario. Scenario che era molto diverso nel 2020, quando è stato approvato e lanciato il PNRR.

Prima ancora che scoppiasse il conflitto russo-ucraino, un terzo delle risorse del Piano era destinato a rafforzare l’autonomia energetica del nostro Paese. E bisogna continuare in quella direzione. Secondo il ministro, il PNRR è un progetto che coinvolge tutta l’Italia. Carfagna ha evidenziato come il PNRR sia un grande piano patriottico e di ricostruzione nazionale, e che abbiamo tutti il dovere di lavorare sinergicamente e collaborando per garantire la crescita e lo sviluppo dei nostri territori.

Le opportunità di crescita, sia in ambito economico sia in ambito occupazionale, sono garantite anche attraverso i fondi nazionali ed europei per la coesione. Gli investimenti riguardano il mondo del digitale, dei servizi, delle infrastrutture e dell’istruzione.

Il rispetto della quota al 40% e la questione sulla trasparenza

Durante l’assemblea parlamentare (Question Time) che si è svolta in Senato il 7 aprile, il ministro Carfagna ha spiegato l’importanza della tutela delle quote di investimenti del PNRR destinate al Sud. Un esempio su tutti riguarda il settore dell’istruzione.

La ripartizione sui fabbisogni territoriali ha previsto uno stanziamento dei fondi al Sud che supera il 50%. Il ministro ha precisato che, nel caso di finanziamenti non assorbiti su base regionale, saranno utilizzati per interventi in altre regioni meridionali.

Gli obiettivi del PNRR per il Sud

Il PNRR prevede il finanziamento in lavori pubblici come il trasporto urbano, stradale e le infrastrutture sociali tra cui quelle scolastiche, abitative, sanitarie, ricreative o di pubblica sicurezza. Inoltre sono previsti fondi per il finanziamento ai servizi della pubblica amministrazione e per la collettività.

Il Piano prevede degli interventi di priorità in ambito sanitario come il potenziamento delle piccole realtà ospedaliere, rafforzamento dei centri per disabili, accoglienza dei migranti e relative infrastrutture. In più è previsto un criterio premiante per gli aiuti rivolti all’accoglienza di rifugiati in fuga dalle guerre. A tale proposito, a causa della guerra in Ucraina, in queste settimane centinaia di Comuni sono coinvolti in questa finalità.

Chi può presentare la domanda per poter usufruire dei fondi

È possibile partecipare al bando presentando al massimo tre proposte. I soggetti interessati sono i Comuni, gli enti pubblici, gli enti del settore sanitario. Sono inclusi tetti massimi di finanziamento: 300mila euro per i Comuni fino a 3mila abitanti, 1 milione di euro per i Comuni fino a 10mila abitanti, 2 milioni di euro per i Comuni fino a 30mila abitanti, 3 milioni di euro per i Comuni con oltre 30mila abitanti.

La presentazione delle domande dovrà avvenire entro il 16 maggio 2022 attraverso la piattaforma telematica dell’Agenzia per la Coesione territoriale. Le opere finanziate dovranno essere concluse entro il 30 giugno 2025.

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Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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