Lo scorso dicembre il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’UE hanno raggiunto un primo accordo per rivedere le norme sulle batterie elettriche. Le batterie dovranno essere più sostenibili: l’attenzione delle istituzioni sarà rivolta innanzitutto al riuso e al riciclo. Non sarà trascurata una prospettiva etica nella loro produzione.

Perché occorrono nuove regole sulle batterie elettriche

Le batterie elettriche costituiranno una componente sempre più importante dell’economia globale. Il Parlamento Europeo ha stimato che entro il 2030 la domanda globale di batterie potrebbe aumentare di 14 volte e che il fabbisogno per l’UE potrebbe rappresentare il 17% della domanda totale.

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Questa crescita così rapida è dovuta a diversi fattori: l’ascesa dell’economia digitale innanzitutto. Il numero dei dispositivi alimentati a batteria è cresciuto enormemente: occorre potere trasportare cellulari, laptop e tablet facilmente e senza essere vincolati a una presa elettrica.

Un impulso arriva anche dalla rinnovata coscienza ambientale, che ha accelerato lo sviluppo e la vendita di veicoli elettrici. La stessa UE in effetti ha deciso di bloccare la produzione di veicoli a benzina o diesel a partire dal 2035.

Il riuso e il riciclo delle batterie elettriche

Un incremento così veloce della domanda di batterie elettriche non è stato accompagnato da un riciclo altrettanto massiccio. Nel 2019, nell’Unione Europea soltanto la metà delle batterie portatili vendute è stato raccolto per essere riciclato.

La nuova direttiva sulle batterie elettriche inciderà innanzitutto sul tema del riciclo. Saranno stabiliti obiettivi più stringenti: ogni Stato membro dovrà riciclare almeno il 45% entro il 2023, il 63% entro il 2027 e il 73% entro il 2030. La raccolta dovrà essere gratuita anche per le batterie utilizzate su mezzi di trasporto, indipendentemente dalla loro natura, composizione chimica, condizione, marca o origine.

Saranno stabiliti dei livelli minimi di materie prime che – nel produrre nuove batterie – dovranno essere ricavate dai rifiuti: 16% per il cobalto, 85% per il piombo, 6% per il nichel e per il litio.

Le nuove norme imporranno una più facile rimozione o sostituzione delle batterie. In caso di problemi alla batteria, oggi molto spesso l’utente è costretto a buttare l’intero apparecchio. I nuovi device saranno invece prodotti in modo da potere sempre staccare e sostituire solamente la batteria.

Riciclo batterie elettriche nell'UE

Tasso di riciclo delle batterie nell’UE

Il controllo di consumatori e venditori

La nuova normativa punta molto anche sulla collaborazione dei consumatori e dei rivenditori di batterie elettriche.

Le batterie destinate a mezzi di trasporto dovranno disporre di un’etichetta indicante la propria impronta di carbonio. Questo indicatore servirà a rendere più trasparente l’impatto ambientale di ogni batteria, aiutando il consumatore a favorire quelle più sostenibili. In generale, le batterie in vendita dovranno avere maggiori informazioni sulla capacità, le prestazioni, la durata, la composizione chimica, nonché il simbolo della raccolta differenziata.

Dal lato dei venditori, si pone una particolare attenzione ai temi etici rispetto alla produzione. Amnesty International dal 2017 denuncia diffuse violazioni di diritti umani compiute dai fornitori di materie prime. In particolare, l’organizzazione ha individuato episodi di sfruttamento del lavoro minorile nelle miniere di cobalto.

Per incidere su questo punto, sarà imposto ai produttori il rispetto di standard di gestione dei rischi sociali ed ambientali. Dovranno scegliere attentamente i loro fornitori, sia per l’approvvigionamento che per le attività di lavorazione delle materie prime. Tutti gli operatori economici che immettono batterie sul mercato dell’UE, ad eccezione delle PMI, dovranno sottostare a obblighi di diligenza nello scegliere i propri partner commerciali e industriali.

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Giovanni Pigozzo

Giovanni Pigozzo

Nei modi più vari mi sono sempre occupato di quel che succede nel mondo del Lavoro. Analizzo come è fatta e come evolve l'attività umana che più di tutte occupa le nostre giornate. Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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