In Italia nascono sempre meno bambini e la popolazione sta diminuendo. Una delle principali ragioni che fa da deterrente per avere figli è una distribuzione non equa del lavoro di cura, il quale grava principalmente sulla madre. Le lavoratrici fruiscono di più di congedi parentali e quando terminano sono spesso costrette a smettere di lavorare o passare a part-time.

Una più equa distribuzione dei congedi parentali rimuoverebbe uno dei principali ostacoli alla decisione di avere figli.

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Lo sbilanciamento del lavoro di cura

Secondo quanto emerso da uno studio di Save the Children, il lavoro di cura della casa e dei figli grava perlopiù sulla madre. Sarà lei a utilizzare la maggior parte del congedo parentale e – quando sarà terminato – potrebbe essere costretta a lavorare a tempo parziale o addirittura a lasciare il lavoro.

L'arrivo di un figlio ha un forte impatto sulle lavoratrici

L’arrivo di un figlio ha un forte impatto sulle lavoratrici

Le diseguaglianze di genere presenti nel mercato del lavoro si intrecciano con le scelte relative alla condivisione della cura dei figli, in un circolo vizioso che penalizza le madri.

La scelta del genitore che rimane a casa con i figli in congedo parentale, in un terzo dei casi, è dettata da motivi legati al mercato del lavoro. Lo stipendio della madre è spesso inferiore a quello del padre e comunque le prospettive di carriera del padre sembrano più promettenti.

Questo non farà che alimentare la dinamica negativa. La madre con minori opportunità di carriera si carica del lavoro di cura. A sua volta, la maggiore fruizione dei congedi parentali e la minore presenza a lavoro ne compromette ulteriormente le possibilità di avanzamento lavorativo.

Congedo parentale: lo utilizzano soprattutto le lavoratrici

Congedo parentale: lo utilizzano soprattutto le lavoratrici

Eppure, il congedo dei padri è fondamentale non solo per l’uguaglianza di genere. Si rivela indispensabile nella creazione di legami padre-figlio stabili e duraturi e nel migliorare gli indici di salute e sviluppo dei bambini.

Grazie a questi fattori, la scelta di avere figli diventerebbe più serena.

La parità nell’uso del congedo parentale

Secondo uno studio di La Voce, i principali ostacoli alla fruizione da parte del padre dei congedi legati alla nascita di un figlio sono legati a fattori lavorativi e culturali.

La probabilità di uso dei congedi aumenta con la dimensione dell’impresa in cui si è occupati. Inoltre, all’aumentare del reddito del padre la probabilità di utilizzo del congedo aumenta.

Una prima strategia per promuovere un uso più bilanciato dei congedi parentali è innanzitutto incentivare la creazione di migliori condizioni lavorative. Per i padri, un migliore welfare aziendale e un migliore stipendio saranno un incentivo a usare i congedi e occuparsi della famiglia. Per le madri, la parità salariale aiuterà a rompere il circolo vizioso per cui si vede costretta a scegliere di stare a casa.

Queste linee di sviluppo non saranno sufficienti se non saranno accompagnate da un cambio culturale. Occorre che non si associ necessariamente ed esclusivamente il lavoro di cura alla donna.

In Europa ci sono diversi progetti per accompagnare questo cambio di paradigma.

Il governo spagnolo sta sperimentando una app per sensibilizzare le famiglie sul tema della distribuzione del lavoro domestico.

I progetti europei PARENT e Fathers ROCK si propongono di contrastare la violenza domestica grazie alla partecipazione attiva dei padri al ruolo di cura. Sono previste campagne di formazione per gli operatori socio-sanitari, campagne di comunicazione e creazioni di gruppi di sensibilizzazione e condivisione per padri.

A livello globale, l’iniziativa MenCare organizza numerose campagne di sensibilizzazione e di advocacy in sessanta Paesi del mondo.

Gli ultimi sviluppi del nostro Paese permettono di essere ottimisti per il futuro: l’Italia ha guadagnato punti sul tema della parità e la promozione della presenza femminile nelle posizioni di comando.

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Giovanni Pigozzo

Giovanni Pigozzo

Nei modi più vari mi sono sempre occupato di quel che succede nel mondo del Lavoro. Analizzo come è fatta e come evolve l'attività umana che più di tutte occupa le nostre giornate. Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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