Quanti sono gli Italiani a Londra? Parecchi. 250.000 circa, cioè tanti quanto gli abitanti di Verona. C’è chi dice, infatti, che in fondo Londra sia la tredicesima città italiana. Non stupisce quindi, il giro di vite prospettato dal governo Cameron a fine agosto nei confronti degli immigrati europei (anche italiani) senza un lavoro. Al di là delle polemiche e del fatto che la stretta ci sia e sia più o meno significativa, da questo panorama emerge un indiscutibile elemento di fondo: agli Italiani, l’Inghilterra piace. Tanto.

In Europa, Londra rappresenta un po’ ‘l’America’: una città giovane – e anagraficamente lo è molto, rispetto al resto dell’Inghilterra – una metropoli frenetica (sì) ma anche straordinariamente vitale in cui è possibile inventarsi e reinventarsi. Sta di fatto che l’ondata migratoria è notevole. Fuga di cervelli? In parte, ma la realtà è che in Inghilterra – e a Londra, in particolar modo – sbarcano soggetti diversissimi fra loro per formazione e aspirazioni. Alcuni rimangono e si radicano, altri si lasciano shakerare dalla City e poi emigrano altrove, o tornano a casa. Certo è che che per rimanere a Londra – come dicono in molti – devi avere le idee chiare e sapere cosa vuoi. Londra non è Barcellona: è una realtà fortemente selettiva, resa tale dallo stesso livello di competizione che la rende unica.

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Avere le idee chiare, tuttavia, non è sufficiente. Per affrontare la Big Smoke, bisogna avere anche le carte in regola e non solo parlare inglese very fluently ma anche disporre di titoli di studio validi e riconosciuti. Questo soprattutto oggi che il giro di vite prospettato dal governo Cameron lascia intendere che riuscire a trovare lavoro sarà la conditio sine qua non per poter rimanere.

Convalidare un titolo di studio, non è cosa facile ma per fortuna l’innovazione va avanti anche nel campo della formazione. L’Università Niccolò Cusano ha sviluppato in questo senso una strategia ad hoc, che guarda proprio all’Inghilterra. A partire da luglio, infatti, tutti gli iscritti potranno conseguire un titolo dal valore legale riconosciuto tanto in Italia che nel Regno Unito. La parola d’ordine è ‘internazionalizzazione dell’offerta formativa’. Detto in pillole: studi, concludi il tuo percorso e ottieni un doppio diploma dil laurea con accredito automatico del titolo conseguito in UK. Fa ovviamente parte dello stesso obiettivo di internazionalizzazione, l’apertura di una nuova sede londinese, che consente di potenziare ulteriormente l’offerta didattica, che peraltro offre anche altri elementi di interesse come lezioni online fruibili h24, una didattica personalizzata, possibilità di sostenere gli esami ogni mese e iscrizioni aperte durante tutto l’arco dell’anno. Insomma: si fomenta la fuga di cervelli. Ma forse, sarebbe semplicemente ora di aggiornare il vocabolario e iniziare a parlare, piuttosto, di libera circolazione dei talenti.

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Un Commento

  • andy pulcini ha detto:

    Altro che laura a londra questa e’ la storia di un cittadino Italiano di 52 anni residente a Londra più’ di 19 anni, dal 1997, gli e’ stata rifiutata l’assistenza sanitaria un servizio chiamato a Londra ESA-Employment and Support Allowance, un servizio per le persone che non possono lavorare per un periodo di malattia e al ritorno al lavoro.
    Dopo poco di due mesi di attesa dal 10 Novembre 2015, che aspettava una risposta finale, dalla domanda di questo beneficio, e dopo aver spedito il modulo correttamente e tutta la documentazione , e prove di residenza dal 1997 fino al 2015, all’ufficio di Belfast Benefit Centre, Jobcentre Plus Plaza Building, 31-41 Chichester Street, BT1 4JD- una volta mandato il modulo, c’e stata un’altra richiesta dall’ufficio Belfast Benefit di far fare il test di residente abituale in Uk-”(Habitually Resident)- Right to reside and Habitual Residence Decision”, per passare questo tipo di test un Italiano residente a Londra deve essere residente nel Regno Unito da almeno 5 anni , per superare la prova test di residenza abituale in Uk.
    Dopo alcuni giorni il 19 Dicembre 2015 ha ricevuto la lettera dal Department for work pensions, che spiegava , che non aveva passato il test di ”residenza abituale” dopo aver vissuto 19 anni nel Regno Unito , e non poteva avere nessuna assistenza sanitaria e doveva pagarsi tutte le sue spese medicinali, e visite mediche, nella lettera spiegava che , per avere la residenza abituale un cittadino straniero doveva restare nel Regno Unito più di 5 anni, come potete vedere nella lettera pubblicata in Inglese.
    Come al solito la nuova legge Inglese del Ministro Cameron ” Razzista a modo suo” , infatti sta creando poverta e
    alti tassi di criminalità tra la popolazione Inglese , da quando ha iniziato a tagliare benefici , nei quartieri poveri di Londra , tanti problemi di questo tipo , colpisce anche tutti gli Italiani , che sono residenti da anni in Uk, e ogni volta che un Italiano chiede un benificio, ci sono sempre problemi di questo tipo.
    Ci sono tanti immigrati Italiani nel Regno Unito, e non parliamo di persone provenienti da altri continenti, ma dall’Unione Europea. Italiani inclusi, che in Uk, secondo stime non ufficiali, sono oltre 550mila. Ora però potrebbe arrivare una stretta per frenare il flusso oltre la Manica, il governo Inglese pensa infatti all’introduzione di ”misure razziste”, che permettano di non garantire il welfare ai cittadini di altri paesi europei per i primi 4 anni di residenza , e di rimpatriare chi è disoccupato da oltre sei mesi. E nel caso in cui queste proposte non fossero recepite da Bruxelles, non è nemmeno esclusa l’uscita dalla Ue. ”(Magari uscisse)”
    Nella lettera inviata all’Italiano come potete vedere nella foto gli e’ stata negata la residenza abituale , e assistenza medica, dopo aver presentato tutte le prove di residenza dal 1997 al 2015, ora essendo pure malato dovra” trovarsi un lavoro per poter vivere, e tornare in Italia, sia per le visite e controlli, anche per affrontare una delicata operazione alla coleciste.