Family day aziendale: se ne sente parlare sempre più spesso, ma di che si tratta? La risposta va cercata in alcuni cambiamenti che hanno coinvolto i genitori italiani e il loro rapporto con i figli: se i bambini, oggi, hanno un peso numerico inferiore rispetto a ieri, pare che – d’altro canto – la prole assuma un’importanza sempre più di rilievo nella vita dei genitori. E la cosa in qualche modo finisce per riguardare anche le aziende.Vediamo come.

Appena un anno fa uno studio Doxa evidenziava un dato interessante: la spesa sborsata dalle famiglie italiane per bambini di età compresa tra i 3 e i 13 anni equivale a 3 miliardi di euro. Si tratta di una cifra sette volte superiore rispetto alla crescita del Pil e cinque volte superiore rispetto ai consumi delle famiglie. Insomma: i bambini contano e la crescita esponenziale dei consumi previsti dalle famiglie per i propri figli risulta più che esaustiva. Interessante anche la destinazione della spesa, limitata non solo all’acquisto di giocattoli ma dedicata anche a forme di intrattenimento di tipo diverso, come cinema e libri: gradualmente la prevalenza dell’oggetto lascia spazio all’esperienza.

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È in questo senso, quindi, che il discorso si riconnette ai family day e agli eventi aziendali pensati per coinvolgere le famiglie e i bambini. Bambini in ufficio? Ammettiamolo, l’argomento è spinoso e richiama subito l’esigenza – generalmente disattesa – degli asili nei luoghi di lavoro. La legge 448/2001 non ha avuto le conseguenze sperate. Lo scopo prefissato dalla Ue nel 2002 era infatti quello di offrire un servizio in questo senso almeno al 33% dei bambini entro il 2010: obiettivo ancora molto lontano, soprattutto se si confronta la realtà italiana con quella di altri paesi europei, come quelli scandinavi. Lungi dal rispondere ad esigenze di questo tipo, i family day aziendali partono però da presupposti e domande condivise. All’interno di un quadro in cui i bambini sono numericamente di meno ma la vita degli adulti diventa sempre più “bambinocentrica”, come si colloca il rapporto tra famiglie con bambini e aziende?

Se l’adagio più diffuso è quello che vede casa-lavoro come due scatole chiuse, la prospettiva attuale sembra sensibilmente diversa e il passaggio va dalle scatole chiuse ai vasi comunicanti. In questo senso la creazione di un family day aziendale, eventi inclusivi – fondamentali per la costruzione di un nuova, più allargata tipologia di team building – sembra essere la chiave di un concetto innovativo, che invita a ripensare le relazioni tra aziende e famiglie in modo radicalmente diverso.  È per questo motivo che sempre più spesso le aziende si affidano ad esperti per la creazione di eventi aziendali inclusivi, all’interno dei quali le famiglie e i bambini dei dipendenti giocano un ruolo di primo piano. Fra gli esperti del settore Emanuele Davenia, founder di KIDS animazione ed event creator for kids, sul tema ha pubblicato il libro “Brand Experience for Kids – La strada del successo di un’azienda passa attraverso l’animazione per i bambini ossia a quella che si definisce più concretamente marketing experience” sostiene Davenia sottolineando l’importanza del fattore “esperienza”.

L’idea è quella di ribaltare le basi su cui sono tradizionalmente impostati i rapporti tra dipendenti e aziende, sciogliendo il nodo di quello che molti percepiscono come un aut aut tra carriera e vita privata. È in questo senso che va a innescarsi la ricerca di un rapporto di maggior familiarità con il brand,  un aspetto che le aziende più portate a sviluppare un approccio innovativo stanno iniziando a coltivare sempre più spesso.

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