Washington: Jessie Frank, mamma di una bimba di 12 anni affetta da diabete di Tipo 1 (una delle forme più gravi di diabete mellito), ha trascorso un’intera giornata al Reagan National Airport cercando di trovare un volo che la riportasse a casa al più presto, ad Atlanta. Jessie era partita da New York diretta ad Atlanta, ma l’aereo su cui viaggiava ha dovuto atterrare a Washington a causa del maltempo.

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Qui ha aspettato per ore in lista d’attesa, disperata perché ritardi e cancellazioni di voli stavano trasformando un volo di un paio d’ore in un viaggio interminabile. Ma, dopo aver perso tutte le speranze, è successo un piccolo miracolo.

Dopo molte ore d’attesa e una lunga serie di falsi allarmi su eventuali posti disponibili per Atlanta, verso le 21,30 la Delta Air Lines ha comunicato che c’erano alcuni posti sull’ultimo volo della giornata. Jessie era ottava sulla lista d’attesa, ma quando la compagnia aerea ha chiamato soli 7 nomi, ha perso le ultime speranze e si preparava a passare la notte a Washington.

A questo punto, però, un’assistente di volo, dopo aver parlato con qualcuno, ha chiamato anche “Mrs. Jessie Frank”: un distinto signore in giacca e cravatta la aveva ceduto il suo posto. Jessie non stava più nella pelle e non vedeva l’ora di arrivare puntuale all’incontro con la figlia al campo estivo, il mattino seguente.

Era convinta che quell’uomo fosse un pilota fuori servizio, perché l’aveva aiutata a salire a bordo e sistemare il bagaglio a mano e aveva viaggiato, per tutto il tempo, seduto sui seggiolini riservati all’equipaggio.

Poco prima di atterrare ad Atlanta, un’assistente di volo ha annunciato che a bordo del volo c’era un ospite speciale: Richard Anderson, l’amministratore delegato Delta Air Lines (nella foto) aveva ceduto il suo posto proprio a Jessie e senza neppure sapere per quale motivo la donna insistesse tanto per tornare a casa.

Per questo motivo, Jessie Frank ha scritto sulla sua pagina Facebook una lettera aperta ad Anderson per ringraziarlo pubblicamente e per spiegargli come il suo gesto, generoso e disinteressato,abbia in realtà regalato un momento speciale alla sua famiglia.

“Per me”, ha scritto Jessie nella sua lettera, ”era molto importante arrivare a casa – anche se non l’ho detto a nessuno – perché venerdì scorso dovevo andare a prendere mia figlia di 12 anni, che soffre di diabete di Tipo 1, al campo estivo per bimbi affetti da diabete. Sono certa che mia figlia sarebbe stata contenta anche se fosse andato qualcun altro al mio posto, ma è stato un momento speciale soprattutto per me. Il campo Kudzu ogni anno regala a mia figlia 5 giorni durante quali lei si sente davvero “normale”.

“Andarla a prendere al campo estivo mi permette di assaporare quel mondo speciale nel quale mia figlia è come tutti gli altri bambini, mentre, normalmente, è una persona un po’ diversa dalle altre. Dal giorno dopo, infatti, si torna alla dura realtà di gestire una malattia estenuante, incurabile e mortale, che uccide 1 bambino su 20, prima che possa compiere i 18 anni. La maggior parte della gente non sa quanto (il diabete di Tipo 1) sia diverso dal diabete comune”.

“Lei, Richard Anderson” – ha concluso Jessie – “ha fatto tutto questo per me, una donna qualunque di mezza età che, per quanto ne sapeva la Compagnia, non aveva alcun motivo speciale per ritornare a casa. Ma, in particolare, sono stati i suoi dipendenti che hanno fatto così tanto per aiutarmi a tornare… Grazie alla sua leadership e a ciò che Lei e i suoi dipendenti avete fatto, ho potuto avere la mia “giornata speciale” insieme alla mia “bambina speciale”. Sia Lei che i suoi dipendenti ci avete regalato un giorno in più di felicità e, per questo, ve ne siamo entrambe enormemente riconoscenti”.

 

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