Pare proprio che di questi tempi, per l’Italia le buone notizie arrivino dal cielo… L’eccellenza italiana infatti torna a fare parlare di sè e a gonfiare il petto del tricolore. Si chiama Project Zero e non è un manga giapponese ma un velivolo ibrido, un “convertiplano”, per la precisione, un ibrido tra un elicottero e un aereo.

Nelle fasi di decollo e atterraggio infatti, grazie ad una propulsione verticale, agisce come un elicottero, ma poi, nelle fasi di volo,  i suoi motori inclinati di oltre 90 gradi  gli consentono di volare come un normale aereo. L’altra (e non certamente di minor importanza) peculiarità di questo velivolo riguarda il fatto che esso sia completamente elettrico. Il convertiplano ha 13 metri di apertura alare, pesa solo 900 chilogrammi, e vola senza pilota.

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Project Zero è un incubatore di tecnologie. Presentato dall’italo-inglese AgustaWestland per la prima volta al Salone aerospaziale di Le Bourget, è stato sviluppato insieme ad altre società del gruppo Finmeccanica (Selex ES, AnsaldoBreda e Ansaldo Energia), oltre a diversi partner internazionali e centri di ricerca in Italia, Regno Unito, Usa e Giappone.

E’ da tempo che l’uomo cerca di realizzare un velivolo simile ma dalla notte dei tempi, intoppi vari hanno sempre reso l’impresa impossibile e fallace in qualche punto.

Project Zero, dunque, in quest’ottica non è solo un generico e tecnologico ibrido, ma è anche e sopratutto la prima conquista dell’uomo in tal senso. E’ il primo infatti ad essere interamente elettrico e in grado di volare senza pilota. Il risultato è sensazionale anche nell’estetica, agile e scattante di questo pezzo tutto (o quasi) orgoglio dell’ingegno italico.

Daniele Romiti, CEO di AgustaWestland, ha commentato: “Il programma per il dimostratore tecnologico ‘Project Zero’ riunisce la maggior parte delle tecnologie avanzate su cui AgustaWestland ha effettuato ricerche negli ultimi anni e dimostra la nostra forte base tecnologica dalla quale svilupperemo nuovi prodotti per soddisfare le esigenze dei clienti in futuro. Crediamo fermamente nel concetto di convertiplano come il futuro del volo ad ala rotante perché offre maggiori velocità e autonomia rispetto all’attuale tecnologica degli elicotteri.

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