Se ancora non conoscete Lee Duck Hee, segnatevi il suo nome, perché nei prossimi anni sentirete parlare molto di lui. Lee è un ragazzo speciale e fuori dal comune, non solo per la sua vita professionale, ma soprattutto per quella privata. Lee è un ragazzo coreano che ha solo 15 anni ed un grandissimo talento nel giocare a tennis. Una dote che gli ha permesso di diventare uno più apprezzati tennisti al mondo e il più giovane professionista della classifica mondiale. Ma non tutti sanno che Lee è sordo dalla nascita.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Incredibile, quanto vero, Lee Duck Hee – originario di Jecheon, città di oltre 130.000 abitanti della Corea del Sud – è un giocatore professionista di tennis non udente. Nato totalmente sordo, Lee riesce a percepire solo le “vibrazioni” provocate dalla pallina quando tocca terra, ma non può sentire ciò che dicono l’arbitro e i giudici di linea, ed è costretto ad interpretare la loro gestualità. A differenza dei suoi avversari, infatti, il suo problema più grande durante un match non è solamente vincere, ma cercare di capire cosa sta succedendo intorno a lui.

Fuori dal campo, non ci sono problemi: Lee ha imparato, ovviamente, a leggere le labbra e risponde al suo allenatore, Hoon Park-Kyung, e ai suoi amici in coreano, senza utilizzare il linguaggio dei segni.

Sul campo da tennis, però, tutto cambia e le cose diventano molto più complicate. Lee non può sentire le chiamate dell’arbitro o dei giudici di linea e, a volte, capita che continui a giocare, finché non vede che l’avversario si fermano. Durante il match, a volte è costretto a ripetere il punto, perché non sente l’avversario chiedere un paio di secondi di tempo oppure perché non sente l’arbitro richiamare il pubblico.

 “Il tennis è la mia vita”, ha dichiarato Lee alla stampa internazionale. “La cosa più difficile è comunicare con l’arbitro e i giudici di linea. Non sento le loro direttive, soprattutto quando chiamano un “out”, perciò a volte continuo a giocare, anche se mi hanno detto di ripetere la battuta. A volte è un po’ dura, ma in fondo non è niente di speciale”.

 Un altro grande vantaggio che hanno i professionisti, è sentire il “suono” che la pallina produce quando colpisce le corde della propria racchetta o quella dell’avversario: attraverso il rumore, possono intuire sia la velocità, sia gli eventuali effetti del colpo. Ma Lee ha saputo trasformare il suo deficit uditivo in un punto di forza: “In realtà, quando sono sul campo, il mio handicap non mi preoccupa. Mi concentro molto più facilmente sul match, proprio perché non sento nulla. Ed è un grande vantaggio quando si gioca”.

Quest’anno Lee ha ottenuto il suo primo punto ATP, diventando l’atleta più giovane della classifica mondiale e parteciperà ad un documentario su Wimbledon, prodotto dalla BBC, insieme ai campioni Rafael Nadal, Novak Djokovic e Roger Federer, il suo mito: “Incontrarlo è stato incredibile”, ha detto Lee, “Un giorno vorrei giocare come lui”. La storia di Lee sta facendo il giro del mondo anche grazie Rafael Nadal che per primo lo ha fatto conoscere alla stampa internazionale, twittando ai suoi 4 milioni e mezzo di followers questo messaggio: “La storia incredibile di Lee Duck Hee ci insegna che non dobbiamo arrenderci!”

Lee non può sentire ciò che succede intorno al lui, ma il suo esempio ci dimostra che la passione e la forza di volontà sono i grandi motori che ci permettono di superare i limiti e a raggiungere gli obiettivi. Lee Duck Hee: sentiremo ancora a lungo parlare di questo ragazzo straordinario.

 

Condividi su:
BuoneNotizie.it

BuoneNotizie.it

Dal 2001, BuoneNotizie.it raccoglie e pubblica notizie positive e costruttive per farti riscoprire il piacere di essere informati. Crea la tua dieta mediatica e scopri cos'è il giornalismo costruttivo.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici