Un vescovo mormone di Taylorsville (Utah) si è vestito da senzatetto per ricordare ai propri fedeli di essere più generosi e compassionevoli verso chi è meno fortunato. Si chiama David Musselman e l’idea gli è venuta per caso. Una notte, mentre rifletteva su cosa avrebbe potuto fare per spingere i suoi parrocchiani, e non solo, ad essere più caritatevoli ed empatici verso i senzatetto e, più in generale, verso chi si trova in difficoltà, gli è balenata l’idea di recarsi alla funzione domenicale vestito da senzatetto ed osservare le reazioni della gente.

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Detto, fatto. Husselmann ha contattato Tara Starling, makeup artist professionista, chiedendole se era disposta ad aiutarlo. Tara ha accettato con entusiasmo: “Quando mi ha presentato quest’idea, ho detto: ok, quando e dove… facciamolo!”, ha dichiarato Tara.

E così, domenica scorsa, Musselmann – senza informare la sua famiglia, ma solo il suo vice – si è vestito e truccato da senzatetto e si è diretto verso la sua chiesa. Qui si è fermato un po’ davanti all’ingresso, è entrato, ha fatto un giro tra la gente e alla fine è salito sul pulpito, dove ha rivelato la sua identità. Pare che Musselman fosse così irriconoscibile che nemmeno la moglie e i figli l’avrebbero identificato.

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Jaimi Larsen, uno dei membri della congregazione, ha raccontato alla stampa che quando il senzatetto è entrato in chiesa “Era sporco e anziano. Si muoveva a fatica e parlava tra sé e sé. Quando ha rivelato la sua vera identità, mi sono vergognato, perché quest’uomo, anche se sconosciuto, non l’avevo neppure salutato”.

Musselman ha raccontato alla stampa che molti fedeli gli hanno dato degli spiccioli, altri sono rimasti indifferenti e, infine, alcuni gli hanno detto che non poteva rimanere in chiesa perché disturbava e che doveva andarsene.

“Non immaginavo che i membri della mia congregazione sarebbero rimasti così sorpresi e a bocca aperta”, ha dichiarato il vescovo Husselman. Durante la funzione, Musselman ha spiegato ai fedeli che lo scopo del suo travestimento era quello di rammentare loro che dobbiamo essere sempre gentili, compassionevoli ed empatici con tutti – indipendentemente dal ceto sociale – e dobbiamo farlo tutto l’anno. Non solo nel Giorno del Ringraziamento o durante le feste natalizie.

“Molti cambiavano strada apposta per non incrociarmi e non mi guardavano neppure in faccia. Io mi avvicinavo a loro e dicevo semplicemente: Felice Giorno del Ringraziamento. Non chiedevo né cibo, né denaro, ma la loro indifferenza nei miei confronti mi ha molto sorpreso”.

Ma i più generosi di tutti sono stati i bambini: “I bambini mi hanno davvero stupito. Dall’espressione dei loro occhi ho capito che, se avessero potuto, avrebbero fatto molto di più per me”.

“Il messaggio principale che ho cercato di far passare è questo: non dobbiamo mai essere troppo precipitosi nel giudicare gli altri”, ha concluso il vescovo Husselman.

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No Comments

  • Anna Quarta ha detto:

    Complimenti! Sono anch’io alla ricerca di buone notizie. Vi ringrazio di cuore
    Anna Quarta