Quando si parla di Val di Susa, il pensiero corre subito alle cronache legate alla costruzione della TAV Torino-Lione, ma forse non tutti sanno che in valle esiste anche un gruppo di imprenditori virtuosi che, stanchi di essere associati ad episodi di distruzione, si sono uniti per dimostrare che i valsusini hanno non solo spirito critico, ma anche spirito propositivo.

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Questa rete imprenditoriale si chiama “Etinomìa” (dall’unione delle parole “etica” ed “economia”) ed è nata esattamente due anni fa, a febbraio 2012, con l’obiettivo di superare la contrapposizione tra etica ed economia e rafforzare la tutela del territorio e la sostenibilità delle attività economiche locali.

“La genesi del progetto è emblematica”, ha dichiarato Daniele Forte, presidente e co-fondatore di Etinomìa. “Ci siamo ritrovati a giugno 2011, eravamo un centinaio di imprenditori. Ci guardavamo intorno e ovunque vedevamo l’immensa “ricchezza sociale” che il movimento NoTav aveva innescato sul territorio e tra le persone, ricchezza che si tramutava in gesti di solidarietà fuori dal comune, con esperienze di mutualità, scambio e dono. Il fatto che questo progetto sia nato in Val di Susa ci ha agevolato: qui c’è il giusto mix di sensibilità verso certi valori e un tessuto imprenditoriale molto vasto, che comprende un po’ tutte le figure di imprenditoria tradizionale”.

“Così ci siamo detti: sarà mai possibile trasformare tutto ciò in un’esperienza imprenditoriale nuova, far nascere da tutto questo fermento anche un modello imprenditoriale diverso? Un modello, cioè, che non neghi l’importanza del profitto, ma che – al tempo stesso – non trasformi il profitto in un demone che condiziona la condotta etica”, ha spiegato Daniele. “Noi volevamo creare lavoro, ma in modo sostenibile, rispettando l’ambiente, i diritti dei lavoratori, la società. Creando allo stesso tempo lavoro di qualità sia per l’imprenditore, sia per i suoi collaboratori e dipendenti.”

Pur vicini al movimento NoTav, questi imprenditori valsusini erano stanchi di essere associati alla violenza e l’idea da cui sono partiti era molto semplice: “facciamo rete ed elaboriamo uno strumento che consenta di rendere visibili tutti quegli imprenditori che si riconoscono in un certo modo di pensare. Questa idea si è rivelata dirompente, come se imprenditori, cittadini, associazioni aspettassero questo messaggio da anni!”. E lo conferma il fatto che, quando l’associazione si è formalmente costituita nel 2012, il numero di aderenti ad Etinomìa era già passato da 100 a 250, ed oggi sono quasi un migliaio.

Le attività imprenditoriali sono le più varie – dall’agricoltura all’artigianato, dall’energia al commercio, dall’ITC alla grafica, dalla ristorazione al turismo – ma tutte legate da un unico denominatore: creare economia tra chi in Valsusa fa impresa con passione e umanità e non solo con finalità di profitto a tutti i costi. Per gli imprenditori di Etinomìa il cliente, il dipendente, il fornitore sono risorse da valorizzare e persino la concorrenza può costituire un’opportunità di scambio di competenze, piuttosto che un “nemico” contro cui lottare per spartirsi il mercato.

“Il progetto”, ha detto ancora Daniele, “si basa sui valori positivi proposti in questi anni dal Movimento No Tav. Dopo aver scritto lo statuto, abbiamo redatto il nostro manifesto etico, che riassume i valori nei quali ci riconosciamo. Oggi siamo in tanti; sono le persone stesse che ci danno fiducia e che, se devono chiamare un idraulico o un elettricista, lo fanno tramite Etinomìa. La rete sta funzionando. Gli imprenditori si scambiano prestazioni e la gente chiede sempre più spesso dei professionisti aderenti ad Etinomìa”

“E’ questa la sfida che Etinomia accetta di affrontare, confortata dai risultati brillanti e concreti ottenuti dagli imprenditori aderenti: affermare come la condotta etica e pulita rappresenti una strategia vincente”.

 

 

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