David Puckett è un ortopedico statunitense che realizza e dona protesi artificiali agli invalidi delle comunità rurali più povere del Messico – in Yucatán e Chiapas – che, altrimenti, non potrebbero permettersele. Il fatto di poter usufruire di una protesi migliora immediatamente la loro qualità di vita: tornano ad essere indipendenti, a lavorare e avere stima di se stessi.

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“Quando si perde un arto, ci si rende subito conto dell’importanza di ciò che si è perso”, ha spiegato Puckett, “Il nostro compito, come ortopedici, è ricostruire quell’immagine di totalità e integrità che la persona aveva di se stessa”. Puckett ha coltivato il sogno di aiutare le vittime di incidenti o malattie invalidanti sin da ragazzo, quando andò in Yucatán per la prima volta come volontario. Colpito dalla povertà e dalle difficoltà fisiche che molti di loro incontravano, decise che un giorno sarebbe ritornato “per fare la differenza. E così, quando finalmente mi sono specializzato in ortopedia e protesi ortopedica, mi sono detto: ok, adesso so cosa devo fare”.

Per prima cosa, nel 1999, ha aperto a Savannah (Georgia), la città in cui vive con la moglie e tre figli, la “Positive Image Prosthetics & Orthotics, Inc.” (PIPO Inc.), una clinica ortopedica specializzata nel promuovere in ogni paziente un’immagine positiva di se stesso, nonostante la disabilità. La PIPO Inc. è finalizzata a realizzare profitti, ma non “a tutti i costi” ed è nota negli USA per fornire protesi high-tech e garantire servizi sanitari di altissima qualità a tariffe che siano il più possibile eque e calmierate.

Dopodiché, grazie ai primi profitti, a fine 2000 Puckett ha fondato anche la “PIPO Missions Inc.-Hope for the Helpless”, organizzazione non profit che realizza protesi nuove e ritira anche le protesi usate in tutti gli USA e, quando possibile, le riutilizza come pezzi di ricambio per le nuove. La PIPO Missions Inc. – che dal 2010 è presenta anche in Colombia – ha fornito gratuitamente arti superiori e inferiori, tutori ortopedici e assistenza sanitaria a migliaia di invalidi delle zone più povere del Messico.

Puckett3“La povertà”, ha dichiarato Puckett, “non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile all’avere una vita indipendente e un’immagine positiva di se stessi. Anche attraverso le protesi ortopediche si può promuovere il benessere e la riabilitazione e portare la speranza là dove, altrimenti, la situazione sarebbe disperata”. Oggi, grazie alla sua intuizione, molti invalidi di Yucatán e Chiapas non riescono semplicemente a muoversi o camminare, ma hanno ritrovato il sorriso, l’autonomia e l’indipendenza economica: grazie ad una protesi – che altrimenti non potrebbero permettersi – possono camminare fino ai villaggi vicini per lavorare e mantenere così se stessi e la famiglia.

Puckett vola in Messico ogni 2-3 mesi per visitare, in clinica o a domicilio, nuovi e vecchi pazienti e per consegnare le protesi che, nel frattempo, sono state fatte su misura per loro: “Donare un arto artificiale o un tutore senza fare assistenza continua, non aiuterebbe queste persone nel lungo termine. Noi, invece, ci assicuriamo che tutti abbiano ciò di cui hanno bisogno per mantenere una buona qualità di vita anche col passare degli anni”.

E tutte le volte che Puckett o il suo gruppo di volontari aiuta un invalido, tutta la comunità ne trae beneficio. “Spesso i pazienti mi dicono: porto altre 10 persone. E immancabilmente arrivano con 50-100 persone con problemi fisici anche gravi. Ma come faccio a dire di no? Per molti di loro, una semplice protesi significa avere l’opportunità di affrontare la società a testa alta, in un modo che non avrebbero mai immaginato”, ha detto Puckett. “Al tempo stesso, anche la comunità ha la possibilità di vederli in modo nuovo, di accettarli e di reintegrarli al proprio interno: è un beneficio reciproco”.

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