Nell’ambito di un progetto culturale che vede Milano al centro del panorama dei grandi eventi espositivi internazionali, questa mostra rappresenta un capitolo di notevole qualità e importante significato”. Con queste parole l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo del Corno ha salutato l’apertura della mostra dedicata a Gustav Klimt, che il pubblico potrà ammirare a Palazzo Reale fino al prossimo 13 luglio. Nel 2012 Vienna aveva celebrato il centocinquantesimo compleanno dell’artista con un’esposizione al Belvedere di grande successo. Oggi, grazie alla collaborazione con il prestigioso museo viennese, 20 capolavori di Klimt sono esposti a Milano e illustrano “le origini di un Mito”, dall’opera giovanile fino all’apice della sua maturità artistica.  Fra le particolarità della mostra, da segnalare la riproduzione dell’originale del “Fregio di Beethoven”, che occupa un’intera sala e  immerge lo spettatore in un’opera d’arte totale, sulle note della Nona sinfonia.

klimt_acqua_in_movimento--400x300Nell’anno che precede l’Esposizione Universale, Klimt apre una stagione espositiva ricca di grandi nomi, che accendono la curiosità e creano attesa nel pubblico, tentando di rispondere a un crescente bisogno di cultura: fra gli altri, a settembre è in arrivo un’importante retrospettiva su Chagall, mentre a ottobre, dopo oltre sessant’anni di assenza dall’Italia, torna Van Gogh, con dipinti e disegni provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo e da altri musei internazionali, fino all’attesissima monografia dedicata a Leonardo Da Vinci, in programma per il 2015, in concomitanza con l’EXPO.

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Che i grandi nomi spesso siano sinonimo di successo lo dimostrano gli oltre 400 mila accessi alla mostra di Picasso, registrati nel 2012 a Milano (una cifra da record), e l’attuale successo di mostre cosiddette “blockbuster”,  come quella bolognese dedicata ai capolavori del museo Mauritshuis dell’Aia con al centro un capolavoro universalmente riconosciuto come “La Ragazza con l’orecchino di perla“, che ha registrato, sin dalla sua apertura, un boom di visitatori. Dati che evidenziano quanto la cultura e l’economia non siano mondi separati, anzi:  come riportato nel rapporto sullo sviluppo economico di Confindustria del dicembre 2013 , “non c’è sviluppo senza cultura, intesa sia come l’insieme dei valori fondanti le società democratiche e di mercato sia come produzioni culturali e creative. Le quali hanno molteplici  ricadute industriali: dal vantaggio di cui gode l’export, grazie all’ammirazione  internazionale per il Belpaese, al rinascimento manifatturiero, attrezzando l’Italia nella competizione della conoscenza“.

Nella progettazione della proposta culturale è possibile conciliare un progetto scientifico di qualità con il successo “popolare”. Fra gli aspetti che contribuiscono alla buona riuscita di questo connubio, è da registrare, senza dubbio, la capacità di internazionalizzazione: la collaborazione con importanti istituti di cultura di tutto il mondo garantisce il taglio internazionale delle mostre, la presenza di capolavori di forte richiamo e la firma di curatori di fama, come nel caso della mostra di Klimt, curata da Alfred Weidinger, uno dei massimi esperti al mondo dell’artista austriaco. Nella logica di un maggiore coinvolgimento di pubblico, si registra una crescente tendenza a fare della singola mostra un vero e proprio evento diffuso in città, attraverso la programmazione di una serie di iniziative collaterali dal taglio multidisciplinare – spettacoli, cinema, letteratura, approfondimenti, retrospettive, incontri –  capaci di creare un effetto cassa di risonanza. E’ stato questo il caso dell’ “Autunno americano”, da poco conclusosi a Milano, un vero e proprio palinsesto che nei mesi scorsi ha invaso strade, teatri, spazi pubblici e privati in tante zone della città. Il ponte culturale tra Italia e America è ribadito, oltreoceano, dalla retrospettiva sul Futurismo italiano, attualmente in corso al Guggenheim di New York, come evento di punta della stagione espositiva dell’illustre museo.

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Chiara Cinelli

Chiara Cinelli

Ho collaborato con BuoneNotizie.it per due anni e ho così potuto presentare la domanda di iscrizione all'albo. Grazie alle competenze acquisite nel laboratorio di giornalismo, mi sono messa in proprio e oggi mi occupo di ufficio stampa nel settore della salute e dell'arte.

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