I libri si adeguano al cambiamento del consumo culturale.

Se da una parte il lockdown ha avuto effetti negativi sul settore editoriale – calo delle vendite e conseguente crisi delle realtà medio-piccole fra le case editrici – dall’altra si assiste a un cambiamento del consumo dell’editoria, che si adegua alle nuove modalità di fruizione della cultura. Un cambiamento reso possibile dal crescente utilizzo del digitale e da importanti iniziative che stanno contribuendo a ridare la giusta popolarità al mondo del libro. Gli effetti sono già visibili: i lettori sono sempre di più.

Libri: cos’è successo in Europa durante il lockdown

Nonostante le difficoltà derivate dalla chiusura delle librerie fisiche, alcune realtà sono riuscite a fronteggiare l’emergenza ampliando il proprio mercato online. Nelle Fiandre, la crescita delle vendite in digitale è passata dal 52% in marzo al 180% in aprile. A giugno, la quota delle vendite online ha toccato il 40% in Romania e nei Paesi Bassi le vendite su Internet sono aumentate del 30% dall’inizio dell’emergenza fino alla fine di aprile, quando hanno superato le vendite fisiche.

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In merito alle conseguenze della pandemia sul settore editoriale Peter Kraus – presidente della FEP (Federation of European Publishers) – ha dichiarato: «Il lato positivo è che i cittadini europei hanno letto più libri durante questi ultimi mesi. […] Se posso rallegrarmi del fatto che diversi Paesi se la sono cavata meglio del previsto, devo riconoscere che questa è la combinazione di un mercato dinamico e del sostegno dello Stato attraverso sgravi finanziari e supporti diretti.»

Il vicepresidente Riccardo Franco Levi ha aggiunto: «Leggendo questo rapporto, non posso che congratularmi con le autorità italiane per aver prestato così tanta attenzione ai libri in questo periodo terribile. […] Un maggior numero di libri ha raggiunto i cittadini italiani e sono felice che siamo stati in grado di ispirare i nostri colleghi e i loro governi in questo senso.»

Cos’è successo in Italia

In un rapporto dell’Istat si legge che, durante la Prima Fase dell’emergenza, la lettura ha accompagnato le giornate del 62,6% degli italiani, rappresentando la terza attività del tempo libero maggiormente svolta dopo la televisione e i contatti telefonici con amici e parenti.

Per limitare i danni del lockdown sul settore editoriale sono state attuate diverse strategie e iniziative. Tra le più significative: il rinvio delle nuove uscite editoriali in programma, il potenziamento dei canali di vendita online, il ricorso al lavoro in modalità remote working per il personale interno e l’ampliamento dell’offerta di titoli in formato digitale.

Il 26,9 % degli editori ha organizzato presentazioni online, letture e consigli di lettura per fidelizzare il pubblico e far sentire un supporto che non è mai venuto a mancare neanche nel periodo più difficile per tutti. Alcuni editori si sono spinti anche più in là, mettendo a disposizioni diversi titoli (e-book e audiolibri) gratuitamente.

L’editoria online ha permesso a diverse realtà di rimanere a galla durante il lockdown, ma l’influenza del digitale non ha limitato i suoi effetti positivi sul ritrovamento di un equilibrio nel mercato; le nuove modalità di fruizione della cultura, infatti, stanno ringiovanendo un settore ancora da molti percepito come “vecchio”. Il mercato del libro si sta trasformando nel mercato del libro 2.0, facendo ben sperare gli appassionati che aspettano da molti anni una rinascita del settore.

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Sofia Greggio

Sofia Greggio

Sofia Greggio. Correttrice di bozze, editor e ghostwriter, ho seguito corsi di editoria come lettura professionale, scouting e consulenza editoriale e un master in scrittura creativa. Oltre al mondo dei libri, sono appassionata di civiltà orientali e infatti studio Antropologia all'Alma Mater Studiorum Università di Bologna.

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