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Più valore agli oggetti usati con una nuova rete di associazioni

Presentata il 16 giugno alla Città dell’Altra Economia, la prima associazione di categoria dei venditori dell’usato. La Rete Onu dell’usato rappresenta circa tremila operatori di fiere, mercati storici e venditori in strada. Il nome simbolico caratterizza il profilo multi etnico delle persone che direttamente e indirattamente sono legate a questo tipo di commercio.

A lanciare la sfida sono state le diverse associazioni che operano in questo settore: l’associazione Bidonville, l’associazione operatori di Porta Portese, la Rete sostegno ai mercati Rom, l’associazione Vivibalon e il centro di ricerca Occhio al Riciclone. Le stesse rivendicano un maggiore riconoscimento nell’agibilità commerciale, più spazi e dignità; sostengono il ruolo sociale del mercato dell’usato che consente agli operatori a basso reddito di inserirsi gradualmente in un circuito più dinamico e redditizio.

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Antonio Conti, portavoce della Rete nazionale operatori dell’usato, in una dichiarazione all’Adnkronos sostiene che “la finalità principale della Rete Onu è cercare di fare pressione per avere la più presto una nuova normativa nel settore visto che quella attuale è un ostacolo al libero mercato dei mercati”.

Solo nella città di Roma ogni giorno vengono sottratti alla discarica e inseriti nel circuito dei mercati circa 90mila oggetti, numeri che nel giro di un anno equivalgono a 33 milioni di euro.

Il centro di ricerca Occhio al Riciclone mira ad un modello di approviggionamento basato sull’isola ecologica del riutilizzo: gli oggetti vengono individuati, igienizzati e immessi nel circuito di vendita.

Questa nuova prospettiva di commercio, che vede la Rete Onu dell’usato in prima linea, si inserisce bene nel difficile contesto economico e sociale, perchè tende a coniugare in una formula vantaggiosa, regole, lavoro, ambiente e integrazione.

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