Buone notizie dal fronte della tutela dei consumatori per quel che riguarda le assicurazioni. L’Isvap ha chiamato al rapporto le principali compagnie assicurative presenti in Italia, con l’obiettivo di mettere un freno ai rincari delle tariffe rc auto. L’Authority vuole indicare le misure serie per riportare il settore alla “normalità” dando il via ad un percorso che entro la fine dell’anno dovrà portare alla messa a punto di un pacchetto d’iniziative in grado di contenere l’aumento delle tariffe. L’obiettivo dell’iniziativa dunque è individuare le “criticità” del mercato e soprattutto fare proposte per arrivare ad una soluzione.

Due sono i punti deboli del sistema, punti su cui c’è una sostanziale direzione comune tra l’autorità e le compagnie. Il primo è quello del danno alla persona, che copre gran parte del costo dei sinistri (circa il 75%): la disciplina sarebbe troppo generosa nel riconoscimento delle micro lesioni permanenti. L’altro aspetto da riesaminare è l’obbligarietà del risarcimento diretto, contro cui si è pronunciata anche la Corte Costituzionale. Infine, le parti sono concordi nel considerare il meccanismo del bonus-malus “sbilanciato”.

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Rimangono, quindi, da definire le misure per modificare e quindi migliorare il settore. Le aziende sono chiamate a fornire all’Isvap un ‘feedback’ entro la metà di settembre. In pratica l’Authority vuole arrivare a Natale con un pacchetto di segnalazioni da presentare al governo e con una serie di provvedimenti da poter mettere in campo subito.

I giganti delle assicurazioni che sono interessati e chiamati dall’Authority sono l’Ania, Generali, Ugf, Axa, Allianz, Reale Mutua e Cattolica. Dal canto loro, i consumatori con il Codacons lamentano di non essere subito stati convocati e giudicano tardivo l’intervento dell’Isvap, che poco e niente potrà fare per aiutare gli assicurati italiani, che in 15 anni hanno subito rincari rc auto del 175%.

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Maria Valentino

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  • Luca ha detto:

    Effettivamente sarebbe ora di finirla con i molteplici “cartelli” che affliggono le tasche del consumatore italiano. Alcuni esempi possono essere le banche, i distributori di benzina e sopratutto le assicurazioni, quest’ultime aiutate dall’obbligatorità della stipula legata alla circolazione di tutti i veicoli, se poi consideriamo che gli altri Paesi dell’Unione Europea, a fronte di anche di stipendi più “sostanziosi” (fosse anche per minore prelievo fiscale ndr),il prezzo delle assicurazioni è in media della metà rispetto alla spesa del consumatore italiano possiamo certamente trarne le debite conclusioni. Insomma le assicurazioni non devono solo guadagnare sull’automobilista devono per forza “straguadagnare”, e per favore non accampino la scusa che i prezzi sono alti per fronteggiare le numerose truffe ai loro danni!!. La verità è che come nella maggior parte delle realtà italiane se si riesce a spremere il masssimo dal “limone” consumatore va tutto bene con il bene placet delle autorità sul controllo!! (ammesso che ve ne siano!!. Ma d’altronde in un Paese dove il politico generico medio guadagna 12.000 euro al mese (senza contare i benefit) e che prevalentemente viaggia su auto blu a carico del contribuente, e giusto che le autorità possano fregarsene dei costi delle assicurazioni, del carburante ecc ecc. Bravi continuate così!