C’era una volta l’architetto-demiurgo, che con il sacro furore dell’artista indicava le magnifiche e progressive sorti alla borghesia, che a lui si rivolgeva per essere trasportata nel futuro a colpi di masterplan. Per Carlo Ratti e Matthew Claudel, rispettivamente fondatore e ricercatore al Senseable City Lab del Mit, l’architetto prometeico come sdegnoso eroe romantico ha fatto il proprio tempo: altro è il modello proposto in “Architettura Open Source”, definito «un approccio inclusivo alla progettazione degli spazi».
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