Si può dire molto della tecnologia e di come sia diventata “intrusiva” e dominante nella quotidianità, ma è doveroso riconoscerne anche i numerosi benefici, tra cui la possibilità di tutelare una persona in situazioni di emergenza, come nel caso di donne a rischio di aggressioni e violenze sessuali.

A tal proposito Erin-Jane Roodt e Mans Rahman, due studenti dell’Università di Bath (Regno Unito), hanno sviluppato Epowar, una nuova app da installare sullo smartphone, in grado di lanciare in automatico l’allarme ai contatti stretti quando rileva un pericolo.

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L’obiettivo è di renderla disponibile entro la fine del 2022 con la speranza di ridurre la percentuale sempre più drammaticamente alta di aggressioni verso donne che praticano sport o camminano in zone poco illuminate, o poco sicure.

Come funziona l’app?

Attraverso un complesso sistema di Intelligenza Artificiale basato sulle risposte rilevabili al disagio fisico e sull’analisi di migliaia di dati fisiologici e di movimento, Epowar riconosce la paura dell’utente in tempo reale utilizzando i dati raccolti dallo smartwatch per identificare e distinguere accuratamente lo stress fisico da quello psicologico.

Lo smartwatch monitora la frequenza cardiaca e il movimento del corpo e, in caso di segni sospetti, come l’improvvisa accelerazione del battito cardiaco o lo stop improvviso del movimento, invia un impulso al telefono a cui è collegato, che a sua volta attiva un allarme sonoro molto rumoroso e invia un messaggio ai contatti stretti scelti dall’utente in precedenza. Oltre a inviare un sms, l’app registra la posizione tramite Gps e lo stato attuale della persona.

I vantaggi di Epowar

A differenza dei convenzionali sistemi di allarme per stupro, o altri prodotti di sicurezza, che devono essere attivati ​​fisicamente, un’opzione poco fattibile in caso di attacco, l’app invia una risposta automatica.

Epowar, inoltre, è predisposta per ovviare ai problemi di privacy presenti in altre app di sicurezza, come il monitoraggio dell’utente: il suo software non traccia o identifica chi lo indossa, se non in caso di necessità, infatti l’utente può scegliere di attivarla in modo permanente o solo in determinate circostanze.

Ci è venuto in mente che uno smartwatch con quest’app potrebbe essere un modo per avvisare gli altri se una donna è in difficoltà – afferma la sua ideatrice Erin Jane Roodt – La chiave sta nel fatto che tutto accadrebbe automaticamente e un aggressore avrebbe poco tempo per impedirlo, cosa che non è sempre possibile con i pulsanti anti – panico convenzionali, gli allarmi per stupri o il cellulare”. 

In merito a ciò che prevede il progetto e quelli che saranno gli obiettivi per il futuro, Erin Jane Roodt aggiunge: “Siamo desiderosi di trovare il modo per renderlo conveniente e accessibile al maggior numero di donne possibile, uno dei nostri obiettivi è che tale software venga reso disponibile da organizzazioni, scuole o università. Ci auguriamo che le persone riconoscano la capacità di avvisare automaticamente i contatti come un punto di svolta in un mondo in cui, questo tipo di software, risulta sempre più necessario“.

Per diversi mesi Epowar è stata sottoposta a test e sperimentazioni e adesso è pronta per le prove pratiche. I suoi creatori condurranno nuovi test su alcuni volontari, simulando aggressioni e cercando di capire come l’app risponde e con quanta accuratezza. A quel punto potrà fare ufficialmente il suo debutto per il download.

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Brunella Mascolo

Brunella Mascolo

Logopedista e aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al progetto formativo realizzato dall'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo. Come professionista sanitario, nonché persona molto empatica e introspettiva, scrivo principalmente di tematiche inerenti alla crescita personale e alla prevenzione e alla tutela della salute e del benessere mentale.

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