Secondo lo Space Report 2022 di Space Foundation, nel 2021 il settore della space economy, l’economia dello spazio, ha raggiunto un valore globale di 469 miliardi di dollari, con una crescita del 9% rispetto all’anno precedente. Il settore è così rilevante che l’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, lo riconosce come uno dei più efficaci motori di crescita economica, ben oltre il confine del comparto spaziale in senso stretto.

Proprio per questo motivo, l’Italia, negli ultimi anni, ha deciso di puntare fortemente sull’economia dello spazio, tanto che con il PNRR sta provando a renderlo uno dei volani con cui incentivare la crescita dell’economia nazionale.

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Cos’è la space economy e perché è così importante

La space economy consiste nell’insieme delle attività e dell’uso delle risorse spaziali che, a partire dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti, chiamate “upstream“, arriva fino alla produzione di prodotti e servizi innovativi “abilitati”, chiamati “downstream“, che creano valore e benefici per l’umanità e possono avere una ricaduta sulla vita di tutti i giorni.

Gli ambiti principali della space economy sono quattro. Il primo è l’earth observation, che comprende le infrastrutture e i servizi che permettono il monitoraggio della Terra e della sua atmosfera mediante l’elaborazione dei dati provenienti dai satelliti. Tra i settori che possono trarre benefici da queste tecnologie ci sono l’agricoltura, la meteorologia, la pesca, le assicurazioni, la finanza, l’energia e la sanità.

Il secondo è il satellite navigation e comprende le infrastrutture e i servizi utili a determinare la propria posizione, la velocità e il tempo impiegato per percorrere un determinato tragitto, fattori particolarmente utili nel settore dei trasporti.

Il terzo, il satellite communication, riguarda le infrastrutture e i servizi per la trasmissione di segnali delle telecomunicazioni radio, mentre il quarto, l’accesso allo spazio, comprende tulle le attività volte all’esplorazione spaziale.

Nel corso dei prossimi decenni i dati e le infrastrutture che derivano dall’attività spaziale giocheranno un ruolo chiave nel miglioramento della qualità della vita sulla Terra e potranno contribuire a rispondere ad alcune delle grandi sfide che già adesso abbiamo cominciato a fronteggiare, come il contrasto del cambiamento climatico, la previsione di fenomeni meteorologici estremi e la gestione di emergenze.

A questo proposito si può citare ITHACA s.r.l., una società italiana gestita dall’ente no-profit ITHACA. Attraverso l’utilizzo di dataset e database geospaziali, ITHACA svolge un importante lavoro di monitoraggio, attraverso il quale ingegnerizza e rende operativi servizi a valore aggiunto in risposta a disastri naturali.

Una foto dell'accordo bilaterale firmato tra NASA e ASI nel 2015, testimonianza del grande impegno italiano nel campo della space economy.

2015: l’allora amministratore della NASA, Charles Bolden (dx), firma un accordo bilaterale con l’allora presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Roberto Battiston (sx). Fonte: Wikimedia Commons

Uno sguardo all’economia dello spazio in Italia

L’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo che può vantare un budget per lo spazio di oltre 1 miliardo di dollari e dopo Francia e Germania è il terzo contributore dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, con 2,3 miliardi di euro. Inoltre è uno dei pochissimi Paesi ad avere una filiera completa su tutto il ciclo, dall’accesso allo spazio alla manifattura, dai servizi per i consumatori ai poli universitari e di ricerca, con un’ottima distribuzione delle attività su tutto il territorio nazionale.

Nel settore spaziale italiano operano oltre duecento aziende con un fatturato annuo di circa 2 miliardi di euro. Tra le più riconosciute c’è sicuramente Leonardo SpA, che negli ultimi anni ha collaborato alle più importanti missioni spaziali europee, tra cui Galileo, Copernicus e Cosmo-SkyMed.

Attraverso il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Italia ha riconosciuto allo spazio il ruolo di attività strategica per lo sviluppo economico, sia per il potenziale impulso che può dare al progresso tecnologico e ai grandi temi di transizione dei sistemi economici (come l’anticipazione delle implicazioni del cambio climatico tramite l’osservazione satellitare), sia per la naturale scala continentale che ne contraddistingue l’ambito di azione e di coordinamento degli investimenti.

Come riporta ENEA, grazie al PNRR il settore spaziale si candida a rappresentare uno dei volani di maggiore potenziale e impatto per la crescita del nostro Paese nel breve e medio periodo. Nell’ambito della missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, infatti, a cui sono destinati complessivamente oltre 40 miliardi di euro, il PNRR prevede circa 1,2 miliardi per potenziare i sistemi di osservazione della terra per il monitoraggio dei territori e dello spazio extra-atmosferico e per rafforzare le competenze nazionali nella space economy.

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Marzio Fait

Marzio Fait

Marzio Fait. Mi occupo di comunicazione per il non-profit. Ho partecipato come observer alla COP 27 e alla COP28. Mi occupo di attualità, di diritti umani e di giustizia climatica. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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