“Ambassador of good will”: Andrea Ravizza ha 12 anni ed è molto conosciuto e amato in Somalia. A Galkayo, nella regione nord-orientale del paese, c’è un reparto di Pediatria intitolato proprio a lui, con tanto di foto e targa di ringraziamento. Questo ragazzo di Stezzano, comune di quasi 13.000 abitanti nella Bergamasca, è un “baby-mecenate” al quale ha reso onore, con tanto di visita ufficiale, il Ministro della Sanità del regione del Puntland, che gli ha consegnato una pergamena durante una cerimonia in grande stile.

Da quando aveva circa 5 anni, Andrea rinuncia ai regali che di solito si ricevono per il compleanno, a Natale e Santa Lucia o in occasioni speciali come la prima Comunione. Fa convertire da papà l’equivalente in dollari e li spedisce in Somalia, destinazione Galkayo. Ad oggi, Andrea  ha inviato 6.000 euro: soldi che i medici somali hanno trasformato in strumenti salvavita per i piccoli pazienti dell’ospedale regionale di Galkayo, a 200 chilometri da Mogadiscio, e che sono serviti persino per ristrutturare l’intera ala che ospita la Pediatria.

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Con le paghette di Andrea degli ultimi 5-6 anni sono stati comprati letti, infissi in alluminio, vetri e porte che fino a quel momento erano solo un miraggio. Ora i bambini del Puntland hanno un luogo dignitoso dove curarsi.

E così, per rendere omaggio il piccolo bergamasco si è mosso persino il Ministro della Sanità del Puntland, Ali Abdullahi Warsame, che – accompagnato dal neurochirurgo Mohamed Jama Salad, presidente della “Puntland Medical Association” – ha voluto insignire Andrea del titolo di “Ambassador of good will”. Diretto a Ginevra per un convegno mondiale, il Ministro Warsame ha deciso di fare una tappa a Bergamo per premiare Andrea. La cerimonia si è tenuta nella scuola media Francesco Nullo di Stezzano (Bergamo), dove è stato proiettato un filmato per mostrare ai compagni il “miracolo” reso possibile da Andrea .

Tutto è cominciato nel 2006, da qualche domanda distratta sulla meta di un viaggio che il papà stava per affrontare. Vinicio Ravizza, papà di Andrea, imprenditore che opera nel settore dell’informatica, con un gruppo di radioamatori ha fatto diverse tappe nel continente africano per portare le comunicazioni in zone difficili.

Il piccolo Andrea – che nel 2006 aveva aveva 5 anni – è rimasto impressionato dai racconti del papà e dalle condizioni di vita dei suoi coetanei somali. “Così al suo sesto compleanno – racconta l’imprenditore bergamasco – Andrea ha chiesto di non ricevere regali, ma denaro. I 100 euro raccolti sono diventati 130 dollari”, prontamente consegnati dal papà nelle mani del dottor Jama Salad.

Qualche mese più tardi, arriva la risposta del dottor Salad: i soldi sono serviti a curare un bimbo affetto da idrocefalia. Missione resa possibile dall’acquisto di uno “shunt”, un tubicino in grado di drenare il liquido cefalorachidiano in eccesso che preme sul cervello dei bimbi con questa patologia. “L’ho detto a mio figlio: con 100 euro avresti comprato un gioco di cui dopo qualche tempo ti saresti annoiato. Ora, invece, hai un fratellino somalo. E questa cosa durerà tutta la vita”.

E da allora Andrea non si è più fermato ed è l’orgoglio di papà Vinicio, 51 anni, e mamma Luciana, 44. Anche durante la cerimonia di premiazione, prima della partenza della delegazione somala, Andrea ha voluto consegnare loro un’altra busta con 1.500 euro da portare in Africa.


Fonti: www.ecodibergamo.it  e  www.adnkronos.com 

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Laura Pavesi

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