Niente da fare: il ricorso di Microsoft per evitare la multa da 899 milioni che l’ Antitrust Europeo inflisse alla società nel 2008, è fallito. Microsoft era stata condannata il 27 febbraio 2008 a pagare perché si era rifiutata di fornire informazioni precise sui propri software per la gestione dei server, così da permettere ai concorrenti di realizzare programmi compatibili: detto in altre parole, per abuso di posizione dominante sul mercato informatico. Il Tribunale del Consiglio dell’Unione europea ha respinto il ricorso confermando la sentenza di condanna, ammettendo però uno sconto sulla multa, che da 899 milioni scende a 860 milioni.


“Con decisione del 27 febbraio 2008 è stata imposta alla Microsoft una nuova penalità di mora, per l’importo di 899 milioni di euro, per il periodo 21 giugno 2006 – 21 ottobre 2007, in quanto i tassi di remunerazione proposti dalla Microsoft per permettere l’accesso alle informazioni relative all’interoperabilità non erano ragionevoli”. 
Con queste parole il commissario a capo della Commissione UE per la concorrenza, Neelie Kroes, aveva bollato l’operato di Microsoft. E aveva anche aggiunto: La prima azienda, in 50 anni di policy antitrust, a non rispettare le decisioni della Commissione”.

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La Microsoft aveva tentato il ricorso contro la multa di 899 milioni di euro, sostenendo la mancanza di termini chiari e linee guida sufficienti per riparare in maniera soddisfacente agli errori commessi. Ma il Tribunale dell’Unione Europea ha confermato la sentenza respingendo le ragioni addotte e accordando una parziale revisione della cifra di 39 milioni di euro, tenendo conto che ” la Commissione aveva consentito alla Microsoft di applicare, fino al 17 settembre 2007 dei limiti sulla distribuzione dei prodotti sviluppati dai suoi concorrenti open source“.

Il giudice UE ha, inoltre, ritenuto gli sviluppatori della Free Software Foundation Europe tra i principali concorrenti di Microsoft ed ha condannato Microsoft a pagare l’80% per cento delle spese sostenute dalla fondazione Open Source. 

Il commissario UE alla Concorrenza, Joaquín Almunia, ha accolto con favore la sentenza:  “Il giudizio conferma pienamente la bontà dell’azione che la Commissione ha intrapreso per garantire che Microsoft rispetti i suoi obblighi, tra i quali di divulgare informazioni ai suoi concorrenti in modo da permettere l’interoperabilità tra l’architettura dominante di Windows e server rivali, con notevoli vantaggi per gli utenti. Senza la sentenza, una gamma di prodotti innovativi non avrebbe visto nemmeno la luce“.

Ma la Microsoft non sembra aver “gradito” le decisione del Tribunale UE e fa sapere di essere già pronta a rivolgersi alla Corte di Giustizia dell’Unione, l’organo che si occupa dei ricorsi presentati dagli Stati membri, dalle istituzioni comunitarie e, a determinate condizioni, da persone fisiche e giuridiche.

 

Fonte:  daily.wired.it

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