Dalle tendopoli de L’Aquila a quelle dell’Emilia, da sfollato aquilano nel 2009 a volontario a Cavezzo (Modena) nel 2012. E’ la bella storia di Stefano Rotilio, volontario del Gruppo ANA (Gruppo Alpini) de L’Aquila, arrivato a Cavezzo a proprie spese per ricambiare l’aiuto e la solidarietà ricevuti tre anni fa.

Le violente scosse di terremoto del 20 e 29 maggio scorsi hanno messo letteralmente in ginocchio diversi comuni dell’Emilia Romagna e del nord Italia, provocando ingenti danni – e non soltanto danni materiali.

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Ne sa qualcosa Stefano Rotilio, aquilano, la cui vita è profondamente cambiata l’indomani del 6 aprile 2009. Tante, troppe, le sofferenze patite durante quella notte e, soprattutto, durante il post-terremoto. “Da sfollato “, ha dichiarato Rotilio, “ho conosciuto la parte migliore dell’Italia durante i primi soccorsi e, ahimè, la parte peggiore del nostro Paese nei giorni e nei mesi successivi”.

Ma è proprio a causa, o per merito, di questa drammatica esperienza che Stefano Rotilio ha deciso di partire alla volta di Cavezzo, nel modenese, al fine di ripagare tutti gli sforzi che erano stati fatti dai soccorritori e da semplici cittadini provenienti dall’Emilia – e da tutta Italia – all’epoca del terremoto de L’Aquila.

Durante il suo soggiorno a Cavezzo ha fatto parte del gruppo elettricisti. Anche se non c’è mai stata una “mansione fissa”: se necessario, si lavano anche le pentole, si allestivano le tende, si facevano manutenzioni e riparazioni di tutti i tipi.

Davvero toccante la testimonianza di Stefano Rotilio, lo sfollato aquilano diventato volontario in Emilia, ai microfoni di Abruzzo Live TV.

 

Fonte:  www.abruzzolive.tv

 

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