Messo a punto un nuovo metodo, si dice rivoluzionario, per usare la luce del sole per produrre vapore, senza riscaldare un intero contenitore di liquidi fino al punto di ebollizione. Lo ha fatto un gruppo di ricercatori in una ricerca, riportata sulla rivista “Acs Nano”, che ha numerose potenziali applicazioni: in particolare nelle aree più povere del mondo in via di sviluppo, nella promozione di strategie economiche e poco costose di purificazione dell’acqua da bere, sterilizzazione degli strumenti medici e sanificazione delle acque reflue.

Lo studio inaugura una rivoluzionaria applicazione delle nanoparticelle sull’energia solare. La ricerca è stata promossa da Naomi Halas e Peter Nordlander della Rice University.

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Gli autori rivelano che la luce solare può essere usata per creare vapore praticamente senza riscaldamento di liquido con straordinari potenziali benefici sociali come la maggiore efficienza energetica nella distillazione dell’alcol, nuove e pratiche strategie per la purificazione e la desalinizzazione dell’acqua e fonti di vapore compatte per la sterilizzazione dei servizi igienico-sanitari in luoghi poveri di risorse.

Il tutto sfruttando le nanoparticelle metalliche in grado di assorbire grandi quantità di luce con un conseguente aumento repentino della loro temperatura (fino a 100 gradi Celsius, cioè 212 gradi Fahrenheit – punto di ebollizione dell’acqua). In questo modo, intorno alla superficie di ciascuna particella si forma un vapore che può essere posto in acqua o in altri fluidi.

Fonte:  AGI

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