La Corte suprema tedesca ha respinto il ricorso di una studentessa musulmana residente in Germania con la famiglia che si opponeva a prendere parte alle lezioni di nuoto della sua classe per motivi legati alla sua religione. Il Tribunale amministrativo federale di Lipsia ha decretato che le allieve musulmane non possono essere esentate dai corsi di nuoto per ragioni di ordine religioso e che la ragazza potrà indossare un Burkini, il costume da bagno coprente per tutto il corpo, durante le lezioni di nuoto.
Fra le altre cose, l’uso del burkini sta sempre più diffondendosi anche in Occidente, sopratutto tra signore che non hanno piacere di mostrare le proprie curve in spiaggia ma che per questo non intendono rinunciare al piacere di una nuotata. La soluzione proposta dal tribunale tedesco da una parte ribadisce il diritto dell’individuo di rispettare le proprie credenze, ma dall’altra puntualizza il dovere della giovane di partecipare a tutte le lezioni tenute nei normali orari scolastici. Durante la sentenza, i giudici hanno espressamente dichiarato che la famiglia della ragazza (originaria del Marocco) avendo deciso di vivere in Germania e iscrivendo la figlia in una scuola mista tedesca, ha accettato le regole che la disciplinano e a cui tutti indiscriminatamente sono soggetti. E che indossare il “burkini” rappresenta un compromesso tra i doveri formativi dello stato e la libertà religiosa dei suoi cittadini.

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