È stato presentato ieri a Milano il magazine “Donne con le curve”, free press pensato e realizzato da un gruppo di giovani fashion bloggers decise a promuovere un nuovo modo di guardare alla bellezza “oversized”. Non si tratta di tessere banalmente l’apologia dei chili di troppo, ma di contrastare quanto c’è di castigato, innaturale e soprattutto massificante nell’attuale diffusione di un modello di bellezza univoco e – per la maggior parte dei casi – lontano anni luce dalla realtà di tutti i giorni.

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Ricordate il film “Giovani, carini e disoccupati”? Bene, siamo lontani anni luce: le promotrici della rivista sono giovani, carine, ma anche occupatissime. Designers, stiliste, sarte, giornaliste: tutte hanno una lavoro che le assorbe e ognuna di loro sembra fermamente intenzionata a investire le proprie energie nella crescita di questo nuovo progetto editoriale. Hanno anche un altro punto in comune: sono tutte rigorosamente “curvy”, soddisfatte e felici di distinguersi per le proprie forme morbide e abbondanti. Non stupisce, quindi, che come testimonial – nonché curatrice di una rubrica – abbiano scelto nientepopodimeno che Stella Pecollo: giovane, ma già affermata attrice che, accanto a Fabio Volo, ha spopolato nelle sale cinematografiche italiane interpretato la parte della rotonda e seduttiva Chantal nel film di Massimo Venier “Un giorno in più”.

Orgogliose di essere curvy si nasce o si diventa? “Lo si diventa.”, ci risponde Stella e si intuisce subito che anche per lei, che oggi sprizza autostima da tutti i pori, il percorso deve essere stato tutt’altro che facile. D’altra parte è evidente che rinunciare a seguire l’impulso all’omologazione e riuscire a tradurre la diversità in originalità e in punto di forza non deve essere semplice, soprattutto per chi già deve fare a pugni per emergere in un mondo costituzionalmente legato all’immagine come quello del cinema e dello spettacolo. “All’inizio della mia carriera di attrice, –  racconta Stella – mi vedevo come un vero e proprio ostacolo a me stessa, poi – poco alla volta – ho preso coscienza di me e delle mie peculiarità, del fatto che essere diversa poteva rappresentare un punto di forza anziché un handicap: da allora ho iniziato paradossalmente a lavorare grazie anche alle mie taglie abbondanti, che contribuiscono a creare un personaggio molto codificato nell’ambiente del cinema e del teatro. Oggi direi che ciò che colpisce è soprattutto la mia solarità, la positività con cui investo chiunque mi stia vicino.” Impossibile darle torto. Stella ride, a scroscio e ti si apre il cuore davanti a questo suo solare  e smaccato star bene con se stessa. “Ma sì, diciamolo pure… la mia ‘massa’ e le mie taglie abbondanti mi corrispondono, perché riflettono la quantità di energia che mi porto dentro!

Chiacchierando con Stella, viene da pensare a quanto ci sia di “latino” – e non solo di mediterraneo – nella solarità sensuale delle curve; sorge spontanea l’associazione mentale con Fernando Botero la sua innata capacità di esprimere la joie de vivre attraverso la dilatazione delle forme. Si arriverà a tradurre la saggezza di questa visione in un nuovo modello di riferimento più a misura d’uomo (e di donna)? Ai posteri l’ardua sentenza.

 

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