E’ salvo grazie ad un passante il bambino di soli 22 mesi che è caduto l’altro giorno dalla finestra. Il piccolo è “volato” da un’altezza di circa 9 metri, ma un uomo ha assistito a tutta la scena e, intuita la gravità della situazione, si è precipitato sotto la finestra, riuscendo ad arrivare in tempo e prendendolo al volo.

E’ successo un paio di giorni fa a Cantù, in provincia di Como. Il piccolo, lasciato incustodito dai genitori, nel primo pomeriggio si è arrampicato sulla finestra di casa, al secondo piano di un condominio in Via Milano. La prima ad accorgersene è stata una signora che ha iniziato ad urlare chiedendo aiuto, attirando l’attenzione di Luigi Barbanera, agente di Polizia penitenziaria, residente lì vicino. L’uomo, vedendo il piccolo in bilico sul davanzale è subito accorso e l’ha afferrato al volo, riuscendo così ad attutire la caduta. Quella che poteva essere una tragedia si è trasformata in un incredibile salvataggio.

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L’uomo e il piccolo sono rimasti praticamente illesi: il bimbo ha riportato qualche escoriazione superficiale, mentre l’agente solo lievi contusioni. Per precauzione, comunque, entrambi sono stati trasferiti in ospedale per accertamenti.

Barbanera1“Ero in via Milano perché abito in quella zona”, ha raccontato alla stampa locale Luigi Barbanera, 45 anni, sposato con due figli di 15 e 21 anni.“Una donna è scesa dall’auto e ha cominciato a gridare, con il cellulare in mano. Ho parcheggiato, l’ho raggiunta e ho visto il bambino. Le ho detto di chiamare i soccorsi”.

“Il piccolo piangeva. L’ho visto in piedi sul davanzale della finestra”, ha proseguito. “Sentivo che sarebbe caduto. Mi è venuta una fitta allo stomaco, ma ho subito capito che bisognava intervenire, fare qualcosa per salvarlo. Ho deciso di restare sotto quella finestra, qualunque cosa fosse accaduta. Gli ho gridato di rientrare in casa, perché c’era la mamma, ma forse non mi capiva. Pochi istanti dopo è caduto”.

E a chi lo considera un eroe, ha risposto: “L’ho preso e poi sono finito a terra anch’io, mentre lo abbracciavo. Sono riuscito ad afferrarlo bene. Ho riportato contusioni al collo e a una mano, ma nulla di serio. La mamma, alla fine, piangeva: mi ha abbracciato e ringraziato a lungo. È stata la mano di Dio, ne sono convinto. Dio mi ha dato la freddezza e la determinazione necessarie”.

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