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Siavosh, il giovane musulmano svedese che si batte contro l’antisemitismo

Siavosh Derakhti è un ragazzo svedese decisamente fuori dal comune: nato 23 anni fa nella città di Malmö da genitori immigrati iraniani, Siavosh è di religione islamica e si batte contro ogni forma di antisemitismo e xenofobia. Nonostante la Svezia sia un paese molto accogliente e ospitale, nella città di Malmö negli ultimi anni sono aumentati in modo sensibile gli episodi di razzismo nei confronti di immigrati ed ebrei.

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Malmö è una città multi-etnica di circa 300.000 abitanti (dei quali almeno 85.000 hanno origini straniere e 75.000 sono musulmani) che purtroppo si è guadagnata la reputazione di città “ostile” alle minoranze, in particolare alla comunità ebraica. Solo negli ultimi cinque anni, più di una bomba è stata lanciata contro il Jewish Center e contro il vecchio cimitero ebraico. E la comunità ebraica locale, che contava circa 700 persone, ha perso 30 famiglie, da poco emigrate all’estero a causa di episodi di antisemitismo o di bullismo nei confronti dei bambini.

“Antisemitismo, islamofobia e xenofobia sono problemi enormi a Malmö”, ha dichiarato Siavosh alla stampa svedese. “Non posso accettare che gli ebrei stiano lasciando la mia città natale a causa dell’antisemitismo. Questi problemi sono in aumento e questo mi fa paura. Gli ebrei di Malmö sono stati sottoposti a minacce e intimidazioni ed è nostro dovere di cittadini di Malmö reagire e difendere i diritti di tutti“.

Nel 2010, a soli 19 anni, Siavosh ha sentito la profonda esigenza di fondare l’associazioneYoung Muslims against Antisemitism” (“Giovani musulmani contro l’antisemitismo”) – oggi diventata “ Young People Against Anti-Semitism and Xenophobia” (“Giovani contro l’antisemitismo e la xenofobia”) – con l’obiettivo “di contrastare qualsiasi forma di odio, pregiudizio, xenofobia, antisemitismo, islamofobia e razzismo che si manifesti nella nella vita quotidiana e di educare alla convivenza pacifica i bambini e i giovani di Malmö”.

“Tutto è iniziato a scuola nel 2010″, ha spiegato Siavosh, “come progetto scolastico, quando ho organizzato la visita all’ex campo di sterminio di Auschwitz. Mi sembrava che la scuola non insegnasse abbastanza sull’olocausto e volevo costruire un “ponte” tra gli ebrei e i musulmani residenti a Malmö. Solo allora mi sono reso conto di quanto fosse urgente la necessità di un dialogo e ora mi trovo a lottare contro qualsiasi forma di xenofobia”.

L’associazione di Siavosh – che è non profit, apolitica ed aconfessionale – tiene monitorato il fenomeno della xenofobia in tutta Europa e organizza visite alle aree teatro di genocidio e olocausto, sia in Europa che nel resto il mondo. Oggi Siavosh parla a studenti e insegnanti in tutte le scuole del paese e sollecita le istituzioni a lavorare attivamente per “aumentare la conoscenza e la comprensione tra i diversi gruppi etnici”.

Per il suo impegno, lo scorso mese di agosto Siavosh è stato insignito dal Governo svedese del “Premio Raoul Wallenberg” (diplomatico svedese che nel 1944 ha salvato migliaia di ebrei dai campi di sterminio) con questa motivazione:Siavosh Derakhti è un modello per gli altri. Ci mostra come, attraverso le sue azioni e la determinazione, una sola persona può fare la differenza”. E a settembre ha incontrato anche il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che era in visita alla sinagoga di Stoccolma (nella foto, Siavosh tra Barack Obama e il Primo Ministro svedese Fredrik Reinfeldt):“E’ stato fantastico. Uno dei momenti più belli della mia vita. Ho detto al presidente Obama che non potrei mai smettere di lottare e difendere i diritti di tutti”.

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