A Boston lo conoscono tutti: lui è Tom McNichol, ex ingegnere di 76 anni che, da oltre un decennio, ripulisce dai rifiuti le acque del fiume Charles a bordo della sua “Charles River Clean Up Boat”. Oggi Tom viene aiutato da centinaia di volontari e il suo lavoro è ormai riconosciuto a livello istituzionale, sostenuto sia da prestigiosi enti pubblici che imprese private e replicato in altri stati del Nord America.

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L’avventura di Tom – ingegnere informatico in pensione e istruttore di vela – è iniziata nel 2003 durante un regata velica nel tratto di fiume costeggia il MIT (Massachusetts Intitute of Technology). “La competizione era appena iniziata, quando la barca ha urtato un gruppo di rifiuti in plastica che galleggiavano. Poco dopo il vento è cambiato e ho dovuto virare, ma i rifiuti erano ancora lì, quando avrebbero dovuto essere dalla parte opposta. E’ stato allora che mi sono reso conto che era lo sbarramento posto alla foce del fiume che rimandava indietro quei rifiuti. In quel modo, una bottiglia di plastica gettata nel fiume Charles, avrebbe continuato a galleggiare avanti e indietro fino a disintegrarsi ed entrare nella catena alimentare oppure finché qualcuno l’avrebbe tolta dall’acqua”, ha raccontato Tom alla stampa statunitense.

La teoria di Tom, poi rivelatasi corretta, era che l’inquinamento del fiume Charles non fosse dovuto solo ai rifiuti gettati dalle rive e dalle barche da turisti e residenti, ma anche agli sbarramenti realizzati oltre l’Esplanade Park: senza vie d’uscita, la spazzatura si accumulava sempre più. A questa, poi, si aggiungevano i rifiuti contenuti nei bidoni della spazzatura dell’Esplanade Park, che venivano portati in acqua dagli uccelli e dal vento oppure rovesciati in acqua dai vandali.

Per cercare di risolvere il problema, nel 2003 Tom decise di comperare una barca di seconda mano in alluminio riciclato, che ribattezzò “Charles River Clean Up Boat” e la attrezzò con retini da piscina. Si convinse che il fiume poteva davvero essere ripulito un po’ per volta, e – nonostante le risorse limitate e i numerosi detrattori – cominciò insieme a moglie, figli e alcuni amici, a “pescare” e conferire in discarica tutto ciò che galleggiava. La “pesca” di Tom venne notata dai piloti della “Boston Duck Tours”, la compagnia che gestisce i battelli turistici lungo il fiume: la società apprezzò talmente la sua iniziativa che, l’anno seguente, gli regalò un motore nuovo per la barca.

Nel 2004 ha fondato un’associazione no profit e oggi, dopo 11 anni, Tom è l’operatore ecologico “ufficioso” più famoso di Boston. Pattuglia il fiume 4 volte alla settimana, da maggio a ottobre, nel tratto che si snoda da Watertown al ponte Zakim, ma non è più da solo. Col tempo si sono aggiunti oltre 200 volontari, associazioni e studenti e ora gode del sostegno di oltre 50 società private ed enti istituzionali – oltre alla “Boston Duck Tours”, anche scuole di vela e canoa, yacht club, il Museo della Scienza di Boston e il Massachusetts Department of Conservation.

“Quando ho iniziato, nel 2003, molti mi hanno detto: Tom, ma come ti viene in mente di ripulire il fiume Charles da solo? Tutti mi dicevano che non era fattibile”, ha spiegato Tom,che ogni anno passa oltre 500 ore sulla sua barca. Nel 2003 il fiume Charles era invaso dalla spazzatura e quando tornava a riva, la barca era carica di rifiuti, mentre oggi raccoglie un paio di sacchetto al giorno e, grazie al suo lavoro, i battelli e le barche a vela possono viaggiare per miglia senza incontrare plastica che galleggia: “E’ proprio così che dev’essere il fiume. Ed è così che lo vogliamo. Sono convinto che, vedendo il fiume così pulito, residenti e turisti siano molto meno propensi a gettare la spazzatura nell’acqua”.

“Ha avuto un’intuizione straordinaria”, ha dichiarato James Healy, ex dipendente della Boston Duck Tours. “Era una cosa da fare. C’erano già diverse associazioni di volontariato che pulivano i parchi e le sponde del fiume, ma nessuno ripuliva il fiume stesso”. “Il bacino inferiore del fiume Charles è decisamente migliorato grazie al lavoro di Tom e della Clean Up Boat”, ha confermato Angelo Tilas del Department of Conservation, “Quest’uomo ha fatto un’enorme differenza e tutti la possono vedere. Spesso gli oggetti che galleggiano si infilano in posti in cui noi, da riva, non possiamo fisicamente ad arrivare, mentre lui ci riesce. Se guardo il fiume oggi, posso dire che non vedo più rifiuti e posso affermare che è cinque volte più pulito”.

Tom5“Vedendo i risultati ottenuti sul fiume Charles, molte persone di altre città mi contattano per avere informazioni e organizzare qualcosa di simile alla Clean Up Boat per ripulire fiumi e porti fluviali. Ma tutto questo non è merito mio”, ha precisato Tom, “Ogni anno ci sono centinaia di volontari che lavorano insieme a me e tante persone che credono in questo progetto, finanziando la gestione e la manutenzione della barca e il rimessaggio invernale. Non tutti hanno tempo o voglia di uscire in barca, ma tutti desiderano che ogni anno il progetto vada in porto. Quello che facciamo è, in pratica, una manutenzione periodica del fiume”.

E ha concluso: “Per me non c’è niente di meglio di una giornata di sole passata insieme a tante persone che ripuliscono il fiume e sapere che alla sera sarà più pulito di come l’abbiamo trovato. E’ questa la maggiore ricompensa. E quando mi chiedono se credo che ognuno di noi, nel proprio piccolo, possa fare la differenza, io rispondo: assolutamente sì, tutti possiamo fare la differenza”.

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Laura Pavesi

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