Alfredo Marson è presidente e fondatore di Briantea84, una delle maggiori società sportive d’Italia, con sede a Cantù (Como). La squadra di basket “Briantea84 Cantù” è il suo fiore all’occhiello, infatti è Campione d’Italia in carica di basket in carrozzina, avendo vinto il titolo italiano di serie A1 nel 2013, e ben 6 dei suoi atleti vestono la maglia azzurra della Nazionale.

La società sportiva diretta da Alfredo Marson ha una marcia in più rispetto alle altre: oltre a promuovere lo sport nei bambini e ragazzi, dedica da sempre grande attenzione alle persone disabili, occupandosi di nuoto, calcio, atletica, calcio e basket. Per questo suo impegno in favore dei disabili, alcune settimane fa Alfredo Marson è stato tra i 10 vincitori della XIII edizione del premio “Il Campione-City Angels”, mentre la squadra di basket in carrozzina ha vinto il titolo di “Squadra dell’anno” (riconoscimento assegnato dai giornalisti sportivi della Lombardia) e, proprio lunedì scorso, ha vinto anche il prestigioso premio “Italian Sportrait Awards” nella categoria “Rivelazione del 2013”.

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Gli straordinari risultati raggiunti a livello nazionale dalla Briantea84 Cantù testimoniano trent’anni di dedizione ed entusiasmo in favore dell’attività sportiva, come sottolinea la motivazione del “Premio City Angels-Campione per la disabilità 2013” assegnato ad Alfredo Marson: “Presidente di Briantea84, una delle società sportive più importanti in Italia, che dal 1984 favorisce lo sport nei ragazzi, con una particolare attenzione verso le persone disabili. L’attività di Briatea84 è riconosciuta dal Comitato Italiano Paralimpico e Marson ha ricevuto il Diploma in “Sport Management, Marketing and Sociology” dell’Università Bicocca di Milano, per gli eccellenti risultati ottenuti sia sul piano agonistico sia sociale”.

Abbiamo chiesto al Sig. Marson di raccontarci la sua storia e quella dei suoi ragazzi.
Sig. Marson, come e quando è nata l’idea di fondare una società sportiva che dedicasse attenzione non solo a bambini e ragazzi, ma anche alle persone disabili?

“L’idea è nata per caso, una di quelle volte in cui se avessi riflettuto un secondo di più, forse non sarei al punto in cui sono ora! Ero con mio figlio all’oratorio di Novedrate (in provincia di Como) e si stava giocando una partita di basket in carrozzina: era il 1978. Questo sport mi è subito piaciuto e così mi sono informato con i giocatori per capire meglio come funzionasse. La prima cosa che mi dissero era che servivano molti fondi per affrontare un Campionato italiano. Decisi subito di aiutarli, prima come semplice sponsor. Poi, dopo qualche anno, da quella esperienza è nata Briantea84, esattamente l’8 febbraio del 1984”.

Briantea2In base alla sua lunga esperienza, come descriverebbe il rapporto tra disabilità e sport?

“Lo sport abbatte muri che sembrano incrollabili. Lo sport è gruppo, realizzazione, fiducia nelle proprie potenzialità, impegno e autonomia. Tutti questi ingredienti sono esplosivi: è così nella vita di ogni persona, ma ancora di più per chi ha una disabilità. Vediamo cambiamenti incredibili nei bambini che vengono da noi a fare sport: anche le assistenti sociali si meravigliano, senza contare i genitori che, per primi, vedono la rivoluzione e ci dicono “grazie”. Con lo sport si impara a stare insieme, a condividere i propri piccoli o grandi problemi con altre persone. Per noi sono emozioni indescrivibili, ancora più grandi di una medaglia”.

Nel 2013 la Briantea84 Cantù ha vinto il titolo italiano di basket in carrozzina e ben 6 atleti vestono la maglia azzurra: si aspettava questi risultati?

“Non credevo che nel 2013 fossimo già pronti per questo salto di categoria. Abbiamo costruito una squadra molto giovane, era una scommessa. Invece, già dopo i primi mesi, abbiamo capito che c’era l’amalgama giusto per raggiungere grandi risultati. Quello che è successo, però è andato ben oltre le nostre aspettative. Un gran bel modo per festeggiare i nostri 30 anni”.

Per quanto riguarda, invece, le attività sportive per i ragazzi, quali sono le maggiori soddisfazioni?

“In Briantea84 ci sono atleti molto piccoli, dai 7 anni in su. Vederli crescere e seguirli nelle loro piccole conquiste quotidiane è una grande gioia. Crediamo molto nei giovani, nell’importanza di iniziare presto a fare sport. Ce ne rendiamo conto in particolare quando siamo alla Nostra Famiglia di Bosisio Parini, dove abbiamo in gestione da due anni una Scuola Calcio. È un esperimento che ogni giorno porta risultati incredibili e anche gli educatori se ne rendono conto”.

Quest’anno la sua società compie 30 anni: qual è il bilancio ad oggi e quali sono le sfide per i prossimi 30 anni?

“Il bilancio non potrebbe che essere positivo. Si fatica tutti i giorni, è una battaglia continua per riuscire a fare sempre un po’ di più e un po’ meglio. Economicamente non è facile, anche se abbiamo molti sponsor che sono al nostro fianco da anni e che vivono con noi questa avventura. Sono soddisfazioni anche queste. Per il futuro? Il sogno è creare un Centro Sportivo in Lombardia, aperto a tutti gli atleti. Qualcosa che non esiste adesso, che sia punto di riferimento in Italia e in Europa, per attivare scambi e permettere a chi vuole fare lo sportivo di avere un College dove vivere e allenarsi. Cerco persone che sappiano sognare in grande come me, sono convinto che ce la farò!”

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Laura Pavesi

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