Connettersi ad internet è di rilevante importanza ormai per tutti, singoli cittadini, imprese, aziende, enti locali e amministrazione pubblica: ovviamente però, non tutti riescono ad essere competitivi sotto questo aspetto per via della mancanza di infrastrutture digitali sul territorio. In molti casi la connessione ultraveloce non raggiunge tutti anche per i suoi costi elevati. Sono infatti molti i consumatori che, al momento di confrontare le offerte adsl più vantaggiose privilegiano quelle più convenienti, al fine di massimizzare il risparmio.

Va però segnalato che talvolta sono gli stessi operatori a fornire una qualità della connessione inferiore a quanto promesso. Per scovare gli operatori furbetti, l’Agcom ha messo a punto Misura Internet, un test apposito per verificare l’effettiva velocità e qualità della propria connessione. In questo modo, se il risultato dovesse essere diverso da quanto assicurato dal fornitore del servizio il consumatore potrebbe presentare un reclamo formale all’azienda, facendo valere i propri diritti.

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Diffondere su tutto il territorio le infrastrutture che permettono di collegarsi ad alta velocità è uno dei tanti obiettivi di cui si parla sia a livello nazionale che a livello europeo. Proprio per sopperire ad alcune mancanze e per migliorare la qualità delle connessioni degli europei,il Coreper, ovvero il Comitato dei rappresentanti permanenti dell’Unione Europea, ha approvato due importanti modifiche alla legislazione digitale europea che riguardano appunto la Direttiva europea sul taglio dei costi della banda larga e il regolamento in materia di identificazione elettronica.

Il Coreper ha un ruolo importante nel sistema di decisioni in ambito europeo perché è allo stesso tempo un organo di dialogo con le capitali di provenienza di ogni membro e di controllo politico, in quanto supervisiona il lavoro di gruppo degli esperti.

La sua parola dunque è molto importante anche in questo caso perché con i provvedimenti in merito al taglio dei costi della banda larga il risparmio arriverebbe fino ai 40-60 miliardi di euro per quanto riguarda le reti a banda larga di nuova generazione, che per realizzarle necessitano di almeno 200 miliardi di euro. I 4 piani di intervento per arrivare ad ottenere questo risparmio riguardano l’ottimizzazione delle infrastrutture esistenti, un coordinamento delle opere civili, la costruzione di edifici ‘broadband-ready’ e la semplificazione delle procedure burocratiche di autorizzazione.

Sicuramente utilizzare le infrastrutture esistenti è già un bel risparmio in quanto pali elettrici, pozzetti, antenne e tralicci costituiscono già l’80% dei costi che sono necessari per realizzare le reti broadband. Anche utilizzare la fibra ottica esistente sarebbe un gran vantaggio: la direttiva, in poche parole, permetterebbe agli operatori di telefonia di accedere alle infrastrutture esistenti a condizioni economiche vantaggiose. Coordinare le opere di ingegneria civile, attuando una semplificazione degli accordi tra operatori e proprietari delle infrastrutture agevolerà il taglio dei costi e la viabilità urbana per i cittadini.

Tagliare sulla burocrazia semplificando le procedure di autorizzazione è un ottimo punto di partenza se si pensa che antenne e pali obsoleti andrebbero sostituiti con più facilità se tutte le autorizzazioni fossero date entro i 6 mesi e se ci fosse uno sportello unico per la presentazione delle domande.

Infine, ma non meno importanti, la nuova direttiva prevede che tutti i nuovi edifici siano predisposti alla banda ultra larga e che siano ‘broadband-ready’ quindi. Sono le reti a banda larga il sostegno delle economie moderne: è questo che viene espresso dal commissario UE Neelie Kroes. Le disposizioni previste dalla direttiva, infatti, “porteranno la fibra ottica più vicino ai cittadini europei, soprattutto quelli che vivono nelle aree più remote, dove la realizzazione delle infrastrutture è molto costosa. Significherà anche meno scavi e meno disagi per i cittadini“.

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Linda Iulianella

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