Il suo nome era già nella rosa di quegli atleti da tenere sott’occhio che tanto, prima o poi, qualche buona notizia sarebbe arrivata. E lo squalo dello stretto, come viene soprannominato Vincenzo Nibali dai tempi dei mondiali di Verona del 2003, non ha fatto attendere i risultati. Il successo è arrivato ieri, domenica 6 luglio, nella seconda tappa della 101esima edizione del Tour de France disputatasi nell’uggiosa campagna inglese, tra York e Sheffield. La vittoria è stata schiacciante. Nibali, 29 anni di Messina e oggi membro della tema dell’Astana, ha infatti staccato il gruppo nella fase finale di circa 2000 metri.  Un emozione giocata sul filo del rasoio. Un vantaggio schiacciante che gli ha consentito di aggiudicarsi tappa e maglia gialla, sfilata al tedesco Kittel.

Una bella soddisfazione per il ciclista siciliano, che conquista la maglia dopo cinque anni dall’ultima volta che un italiano l’ha indossata. Era il 2009 e lui era Rinaldo Nocentini. Conquistò la maglia al termine della settima tappa del Tour,  Bercellona – Arcalis e la indossò per altre otto.

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Ma chi è Vincenzo Nibali? Un ciclista freddo e concentrato ai pedali ma che, giù dal sellino è un uomo sincero ed emotivo che, al termine della tappa di ieri, ha commentato così il suo risultato: “Questa vittoria non me l’aspettavo neanche io. Ho trovato il momento giusto quando gli altri si sono fermati ad un chilometro e mezzo dall’arrivo. Sono partito e poi gli ultimi mille metri sembravano interminabili, perché c’era un vento contrario ed ho fatto una fatica veramente fino alla fine per cercare di portare questa vittoria a casa”.
Vincenzo Nibali: due occhi neri e grandi, uno sguardo sincero e profondo come il mare della sua terra, la Sicilia. Un campione dall’indiscusso talento, oggi alla vetta del ciclismo nazionale e internazionale, ma anche un ragazzo umile abituato alla fatica e al sacrificio. Condizioni che conosce bene da quando -neanche diciottenne- per seguire il suo sogno si trasferisce in Toscana, sua terra di adozione dove corre con la maglia del Gs Mastromarco tra gli Under 23.  Sono anni duri, di grandi fatiche; anni in cui Vincenzo impara a guardare in faccia la fatica e a macinare chilometri. Ma è anche un periodo importante quello che inizia nel 2002 e che ne forgia il carattere. E i primi veri successi non tardano a venire: è del 2003 la prima serie di grandi vittorie su scenari internazionali che gli valgono la convocazione ai Campionati Europei e Mondiali. Successi che continuano anche nell’anno successivo, quando oltre a dodici primi podi, ottiene il terzo posto a cronometro (giungendo quinto nella prova in linea) ai Mondiali di Verona. Da lì in poi, la sua è una carriera in continua ascesa. Il professionismo nel 2005, ottimi piazzamenti negli anni a venire e poi le grandi conquiste nel 2008: il Giro del Trentino, tappe al Giro d’Italia e al Tour de France, e la convocazione per le Olimpiadi di Pechino.

Ma il vero anno della svolta è il 2010, è qui che inizia l’ascesa al podio del Giro d’Italia. Vincenzo conquista dapprima il terzo posto,  l’anno successivo il secondo e poi, nel 2013, la grande vittoria che lo consacra definitivamente campione del ciclismo internazionale. Storico il bacio alla fede nuziale passato il traguardo del Giro, un gesto simbolico con cui Vincenzo vuole ringraziare la sua Rachele (sposata l’anno prima) per averlo accompagnato in quest’avventura sportiva, professionale e di vita. Questo è Vincenzo: un uomo semplice che ha sudato ogni conquista. Un uomo “la cui forza”  come ha detto la moglie Rachele in un’intervista esclusiva a Oggiè la leggerezza con cui affronta l’esistenza. La capacità di mettere insieme il massimo dell’impegno con quel distacco che ti permette di guardare la vita in faccia e di prenderla così come ti viene incontro, istante per istante“.

Vincenzo è un campione che fama e notorietà non hanno cambiato e che ha fatto della semplicità la sua forza. Ma è anche un atleta sicuro di sé e delle sue capacità, come dimostra una risposta data in una recente intervista rilasciata al MOA Magazine a qualche giorno dall’inizio del Tour de France. Al giornalista che chiedeva quali abilità vorrebbe togliere a Froome e Contador, se potesse, Vincenzo ha risposto: “Sono entrambi due ottimi corridori e grandi campioni, ma preferisco pensare a me stesso e a migliorare sempre più le mie qualità”. Una risposta degna di un vero campione.

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Valentina Marchioni

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