Bentornati al nostro appuntamento settimanale per i genitori. Oggi mi rivolgo nello specifico alle mamme e al loro senso di colpa che pare manifestarsi nel momento stesso in cui diventano madri.

Qualche settimana fa ti ho parlato del tema conciliazione mamma e lavoro  e di quali domande puoi farti per capire quale sia la strada migliore per te e la tua famiglia che ti permetta di vivere la maternità con serenità ed equilibrio.

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Da cosa nasce il senso di colpa

Tuttavia anche le mamme che vivono la genitorialità nel modo ideale per loro tendono a convivere con un senso di colpa che si innesca in risposta ad alcuni comportamenti dei bambini.

Probabilmente sai già che il cervello di una neo mamma è programmato per rispondere al pianto del bambino che stimola in alcuni casi anche la produzione di latte.

Per questo motivo la reazione della mamma è di default diversa da quella del papà ed è più difficile da ignorare da parte della mamma.

Qui c’è una doverosa premessa: non ti sto dicendo che il pianto di tuo figlio è da ignorare: al contrario ritengo che negli anni passati questo atteggiamento sia stato una delle cause maggiori di disagi emotivi manifestatisi poi in età adulta.

Ciò che intendo è che se il bambino piange mentre è in un’altra stanza accudito magari dal papà o dalla nonna o dalla tata, è comunque difficile per una mamma ignorarlo.

Col tempo le cose migliorano perché cambiano i bisogni fisiologici del bambino ma per una mamma è comunque difficile ignorare un pianto disperato di un figlio che vuole stare con lei quando per qualche motivo questo non è possibile.

Ed è questa una delle principale cause scatenanti del senso di colpa. E penso in questi anni di lockdown e smart working tu lo abbia sperimentato più di una volta.

Del resto, il pianto è anche l’unico modo (all’inizio e poi, più avanti, uno dei modi) che il bambino ha di comunicare perciò è normale che ci si debba confrontare con esso e trovare il modo più sano possibile per gestirlo.

In primis è importante che tu mantenga una tua centratura personale ed eviti di lasciarti ‘sbarellare’ dal pianto, per farlo è importante allenare ogni giorno la tua intelligenza emotiva.

Sicuramente una cosa che ti rasserena come mamma è poter rassicurare tuo figlio con gesti e parole quando è in difficolta ma cosa fare quando non è possibile?

Gestione dei ruoli

Non è fattibile infatti vestire solo i panni di madre perché, anche se non lavori o se hai una tata 24/24, sei un essere umano quindi rivesti perlomeno anche il ruolo di persona/donna.

Per mantenere un equilibrio di coppia e quindi famigliare è bene ricordarsi anche di indossare gli abiti di moglie o compagna ogni tanto…

Come vedi anche volendo non puoi essere solo una madre e non sarebbe giusto per te stessa né per tuo figlio come ti ho raccontato in questo articolo.

Una cosa che puoi fare per mantenere la serenità quando questi momenti accadono e non puoi occupartene direttamente è avere una strategia condivisa con la persona che si occupa di accudire tuo figlio in quel momento.

Si tratta di condividere il modo di comunicare col bambino, rassicurarlo sul fatto che può contare anche su qualcuno di diverso dalla mamma.

Rassicurarlo anche sul fatto che la mamma c’è e se non può stare con lui non è per mancanza di voglia o amore nei suoi confronti ma perché in quando adulto ha anche altri bisogni e responsabilità.

Quando siete insieme, condividi con tuo figlio le tue passioni o i tuoi impegni, sia raccontandogli perché fai determinate cose, sia facendo dei parallelismi con la sua realtà.

Così facendo, con molta pazienza, si abituerà alla tua assenza o non disponibilità in determinati momenti.

Usa termini semplici adatti all’età del bambino ma non avere paura di spiegare anche concetti che pensi siano difficili, ricordati che il bambino impara anche attraverso i vostri racconti e le vostre esperienze.

Evitate di sminuire la reazione del bambino anche se da adulto ti pare eccessiva o immotivata.

Il pianto è una manifestazione di un bisogno o di un disagio, l’adulto che si occupa di lui in quel momento ha il compito di accogliere questo bisogno e prendersene cura.

Con tutto l’amore possibile.

E sapere che la persona che lo accudisce si prende cura dei suoi bisogni più profondi ti libererà finalmente dal senso di colpa.

 

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Sara Propoggia

Sara Propoggia

Sara Propoggia, sono una Parent Coach: facilito la vita ai genitori che scelgono la consapevolezza e agiscono per creare un mondo pacifico e armonico, un giorno alla volta.

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