I vestiti che indossiamo esercitano una discreta influenza sul pensiero e l’opinione altrui e sull’ambiente circostante. Questa consapevolezza ci induce a scegliere con accortezza il nostro outfit, soprattutto se in occasione di un determinato evento. È scientificamente dimostrato che tale scelta condizioni anche la nostra mente, alterando la percezione che abbiamo di noi stessi.

Cos’è l’Enclothed Cognition

L’Enclothed Cognition, o cognizione indossata, rappresenta un caso specifico di Embodied Cognition, una teoria della psicologia cognitiva secondo cui i processi psicologici degli individui sono influenzati dalle loro esperienze fisiche: mente e corpo non sono due unità distinte che agiscono separatamente, ma si condizionano l’una con l’altro, interagendo costantemente fra di loro e con l’ambiente circostante.

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Secondo l’Enclothed Cognition, ciò che indossiamo ci suggestiona al punto tale da farci assumere comportamenti coerenti con il significato simbolico popolare degli abiti. 

Quando l’abito “fa” il monaco: lo studio di Adam e Galinsky

Nel 2012, Hajo Adam e Adam Galinsky, ricercatori della Northwestern University dell’Illinois e creatori dell’espressione Enclothed Cognition, hanno svolto un esperimento illuminante.

Lo studio coinvolgeva 58 studenti universitari divisi in due gruppi: al primo gruppo si richiedeva di indossare un camice bianco da laboratorio, al secondo no. Successivamente, tutti gli studenti hanno svolto uno Stroop Test, che valuta l’attenzione selettiva, una funzione cognitiva che permette ai nostri sensi di focalizzarsi su un determinato stimolo, senza lasciarsi distrarre da altri fattori ambientali. Al termine del test risultava che, gli studenti con il camice bianco, avevano commesso il 50% di errori in meno rispetto all’altro gruppo.

Nella seconda fase dell’esperimento, tutti gli studenti indossavano, casualmente, camici bianchi con due tipologie di cartellini: su metà di questi c’era scritto “dottore”, sulla restante metà “pittore”. Dopo aver svolto un altro test sulle funzioni cognitive, dai risultati ottenuti, traspariva che la performance dei “dottori” era nettamente migliore di quella dei “pittori”.

L’esperimento dimostra che indossare un camice bianco, prototipo di scienziati e medici, è comunemente associato ad attenzione, cura e responsabilità. Indossare un camice da laboratorio, quindi, porta gli individui a incarnare il significato simbolico associato, influenzando anche la loro attenzione al compito.

Si parla quindi di valore simbolico di un indumento: un capo dal significato autorevole, ci stimola e ci spinge a concentrarci di più in ciò che facciamo. Sia pur a livello inconscio, gli diamo importanza e lasciamo che ci faccia sentire in un determinato modo. Invece, un indumento che associamo a qualcosa di più semplice e meno serio, sortisce in noi l’effetto contrario.

Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Experimental Social Psychology, nell’articolo Galinsky spiega che “non pensiamo solo col il nostro cervello, ma anche con il nostro corpo. I nostri processi di riflessione sono basati su esperienze fisiche che mettono in movimento i concetti astratti associati. Pare che di queste esperienze facciano parte gli abiti indossati. I vestiti invadono il corpo e il cervello e mettono chi li indossa in uno stato psicologico differente”.

L’Enclothed Cognition nella quotidianità

Usare la teoria dell’Enclothed Cognition nella quotidianità può essere molto vantaggioso. Pensiamo, per esempio, a un colloquio di lavoro, dove i selezionatori tendono, spesso, a dare importanza al modo in cui sono vestiti i candidati, motivo per cui risulta indispensabile presentarsi con un outfit curato in ogni dettaglio, che tiri fuori il meglio di noi. In questo modo il candidato tende ad acquisire un’autostima tale da rispondere correttamente e senza indugio alle domande a lui poste.

Se indossare un abito formale permette di sentirsi più autorevoli e competenti, garantendo migliori prestazioni e una maggiore sicurezza di sé, abiti più casual predispongono maggiormente alla socialità.

Gli abiti da palestra, invece, motivano e spingono a eseguire con più convinzione e costanza le discipline sportive in cui ci si cimenta. Un altro esempio riguarda l’utilizzo delle uniformi per alcuni ruoli specifici, specie quelli che hanno attinenza con il controllo e la gestione dell’ordine pubblico: questi possono rendere le persone più consapevoli dei loro doveri e incoraggiarle a prestare maggiore attenzione al loro lavoro.

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Brunella Mascolo

Brunella Mascolo

Logopedista e aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al progetto formativo realizzato dall'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo. Come professionista sanitario, nonché persona molto empatica e introspettiva, scrivo principalmente di tematiche inerenti alla crescita personale e alla prevenzione e alla tutela della salute e del benessere mentale.

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