Con l’avvicinarsi delle festività natalizie torna una tra le più sentite sfide che dividono in due grandi fazioni l’intero paese: panettone o pandoro?  Il primo tradizionale, storico, simbolo della città di Milano, ricco di profumi e sapori grazie ai suoi ingredienti come l’uvetta e i tanto controversi canditi. L’altro più giovane, pop, slanciato, soffice, ricoperto da un’abbondante spolverata di fine zucchero a velo e con il suo profumo di burro e vaniglia, originario di Verona. Insomma, una scelta non banale tra due giganti della gastronomia che rappresentano una degna conclusione del pasto di Natale.

Il panettone: orgoglio meneghino

Le origini del panettone si celano dietro a varie leggende. La più nota è ambientata nella corte di Ludovico il Moro durante la notte di Natale del 1495. Il cuoco alle dipendenze del signore di Milano venne incaricato di preparare un sontuoso pranzo, ma bruciò il dolce dimenticandolo nel forno e a questo punto che intervenne Toni, un piccolo garzone, che propose come soluzione di utilizzare il dolce che lui stesso aveva preparato la mattina con gli ingredienti che erano rimasti in dispensa. Il cuoco acconsentì e portò a tavola quel dolce fatto con un po’ di farina, burro, uova,  scorza di cedro e qualche uvetta e quando gli ospiti e il duca, entusiasti, chiesero chi fosse l’artefice di quella specialità, il cuoco rispose: “L’è ‘l pan del Toni“.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Una seconda leggenda vede il panettone come il frutto dell’amore tra Messer Ulivo degli Atellani, falconiere di Ludovico il Moro e Algisa, bellissima figlia di un fornaio. L’uomo si fece assumere dal padre di lei come garzone e, per far colpo sul futuro suocero, inventò il panettone che riscosse subito un’immediato successo e consenti ai due amanti di sposarsi e di vivere felici e contenti.

Il pandoro, il dolce di Verona

Se il panettone ha origini antichi, il suo sfidante, il pandoro, è un dolce decisamente più moderno e risale alla fine dell’Ottocento, come evoluzione del Nadalin, un dolce veronese che ha ottenuto nel 2012 il riconoscimento della denominazione comunale d’origine (De.Co). È il 14 ottobre 1894 e un droghiere della città scaligera, Domenico Melegatti, deposita all’ufficio brevetti la ricetta di un dolce morbido e dal caratteristico corpo a forma di stella a otto punte disegnato da Angelo Dall’Oca Bianca. Questo felice matrimonio tra tradizione e design diedero il via alla fortuna dell’omonima industria dolciaria e resero le linee del pandoro uno dei simboli del Natale.

Una sfida che supera la crisi

Panettone e pandoro rappresentano un mercato in grado di muovere, lo scorso anno, un giro d’affari di 217 milioni di euro per i prodotti industriali e di 118,5 milioni per quelli artigianali. Numeri che dovrebbero resistere alla frenata dei consumi causata dalla crisi energetica infatti, secondo la ricerca di NielsenIQ,  “Lo stato del largo consumo in Italia”, la spesa degli italiani durante le festività sarà uguale, o più alta, rispetto a quella del 2021 con il 58% delle famiglie che ha dichiarato di mantenere il proprio budget invariato e con il 33% che pensa, invece, che consumerà di più e in cima alla classifica degli acquisti ci sono naturalmente i dolci natalizi con il 65%.

Chi sarà il vincitore tra i due dolci natalizi?

Per rispondere a questa domanda possiamo appoggiarci a una ricerca realizzata da Nextplora per Bauli, dalla quale è emerso che il vincitore tra pandoro e panettone è il dolce veronese convincendo il 63% dei consumatori. I maggiori sostenitori del pandoro sono i Millennial, con il 78% e la generazione Z, con il 76%. Il panettone, invece, risulta essere apprezzato dal 54% dei baby boomer, superando la media nazionale fissata al 37%.

Una sfida che quindi sembra dividere non i gusti, ma anche le generazioni quindi. Sembra, perché in verità, non c’è un vero e proprio vincitore visto che pandoro e panettone non possono mancare, entrambi, sulle tavole del Natale per il 58% degli italiani diventando due dolci in grado di mettere d’accordo sia sia baby boomer che generazione X, con una percentuale di preferenze rispettivamente del 69% e del 60%.

 

Leggi anche:

Origini, storia ed evoluzione dello street food nel mondo

Condividi su:
Giovanni Binda

Giovanni Binda

Giovanni Binda, aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici