La protesta su scala globale a salvaguardia del Pianeta viaggia dai social alle piazze. Crescono i nuovi movimenti ambientalisti. Un’azione di lotta declinata in gesti vistosi, provocatori che reclamano l’attenzione dei media. Lo sciopero globale per il clima del 3 marzo 2023 ha attraversato le piazze di tutto il mondo, 55 solo in Italia. I luoghi di ritrovo degli attivisti hanno scandito le medesime parole d’ordine, grazie al tam tam dei social che rendono globali le manifestazioni.

Lo scenario globale

Se la crisi del clima è un fenomeno globale, la portata dei movimenti ambientalisti ha scelto la stessa dimensione. Tramite internet e i social, come raccontiamo sull’ultimo numero di EcoFuturo, le azioni, le dimostrazioni, le manifestazioni si danno voce sul web e spingono al cambiamento con la forza d’urto legata a due parole d’ordine: azione e collaborazione globale.

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Una protesta colorata e sgargiante

La presa di posizione dei movimenti ambientalisti si fa colorata, sgargiante e insolente. La protesta corre su internet appunto e scende nelle piazze. Alle manifestazioni e ai cortei si affiancano azioni a forte impatto e visibilità, esperienze di disobbedienza civile che marcano una forte presenza e uno sdegno – “La nostra rabbia è un’energia rinnovabile” recita uno degli slogan più diffusi- che è costantemente alimentato dalle ipocrisie e dai mancati interventi della politica. Gli attivisti, manifestanti non violenti, sono protagonisti dell’invasione di luoghi di potere o fortemente simbolici, proprio per dare voce alle campagne di rinnovamento immaginate a tutela del territorio.

La protesta giovanile dà speranza al futuro

I giovani sono i protagonisti dei movimenti di rinnovamento delle politiche ambientali. Da Greta Thunberg in poi sono tanti i nomi e le sigle che richiamano l’attenzione generale e chiamano all’azione le nuove generazioni. La protesta reagisce alla preoccupazione per il domani con la volontà di essere sul campo e voglia di interventi concreti e immediati. Le formule di attivismo sono diverse ma tutte accumunate dall’urgenza di agire e dalla convinzione che sia giunto il tempo di una rivoluzione culturale. Parole come giustizia climatica colorano le manifestazioni pubbliche di gruppi come Fridays for Future, Extincion Rebellion, 350.org, Ultima Generazione e tanti altri.

Una strategia ad alto impatto

I gesti scelti per lanciare un messaggio preciso sono scelti con accuratezza per il valore simbolico e il forte impatto comunicativo. La strategia di Extincion Revolution, per esempio, è salita alle cronache in modo dirompente per via degli attacchi alle opere d’arte. Atti dimostrativi comunque innocui, con vernici lavabili e opere mai messe a rischio di deturpazione definitiva. La convinzione alla base di questo e degli altri movimenti è che il gesto di protesta urlato ottenga più delle promesse della politica, ripetute all’infinito e finora insufficienti a determinare un cambiamento di rotta effettivo.

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Davide Scorza

Davide Scorza

Davide Scorza, educatore in servizi dedicati ai giovani e allo sviluppo di comunità. Curioso delle potenzialità di applicazione dei media in ambito sociale. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista.

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