Negli ultimi anni, il turismo delle radici in Italia ha guadagnato una crescente popolarità, soprattutto tra i discendenti di emigrati italiani che desiderano riscoprire le proprie origini. Questo fenomeno unisce il fascino del viaggio alla riscoperta della propria identità culturale e familiare. Rappresenta una delle nuove frontiere del turismo italiano. Tra i tanti esempi che ne testimoniano l’importanza spicca quello di Jill Biden, ex First Lady degli Stati Uniti, che nel 2022 ha visitato il borgo di Gesso, in Sicilia, per riconnettersi con la propria storia familiare.
Cosa è il turismo delle radici
Il turismo delle radici si distingue dagli altri tipi di viaggi per il suo carattere profondamente personale. Non si tratta solo di ammirare paesaggi o di immergersi nella storia artistica del Bel Paese, ma di tornare nei luoghi da cui tutto ha avuto origine. Per molti discendenti di emigrati, scoprire il Paese d’origine dei propri antenati significa ritrovare un pezzo di sé stessi. Secondo le stime, sono circa 80 milioni gli italo-discendenti sparsi per il mondo. Con una presenza significativa in Paesi come gli Stati Uniti, l’Argentina, il Brasile, l’Australia e il Canada. Il legame che queste persone sentono con l’Italia è spesso profondo, anche se talvolta mediato solo da racconti familiari o vecchie fotografie.
Proprio questa connessione emotiva spinge molti a pianificare viaggi verso i piccoli borghi e le città meno note da cui i loro antenati partirono, sperando in un futuro migliore. La visita di Jill Biden nel 2022 al piccolo borgo siciliano di Gesso ha rappresentato uno degli esempi più emblematici del turismo delle radici. La ex First Lady durante il suo viaggio ha infatti sottolineato l’importanza di mantenere vivi i legami con la propria storia familiare. Nel borgo è stata accolta con grande entusiasmo dagli abitanti ed ha visitato la chiesa locale. Si è poi intrattenuta con i residenti, ascoltando storie e condividendo ricordi.
Un’opportunità per i piccoli borghi italiani
Il turismo delle radici rappresenta una grande opportunità per i piccoli borghi italiani, spesso dimenticati dal turismo di massa. Molte località minori hanno visto un aumento di visitatori italo-discendenti, desiderosi di esplorare le strade, le piazze e le case che un tempo appartenevano alle loro famiglie. Questa forma di turismo presenta un impatto economico positivo, favorendo lo sviluppo di strutture ricettive, ristoranti e servizi specializzati, come genealogisti e guide turistiche locali. Alcuni borghi hanno persino creato programmi dedicati, aiutando i visitatori a rintracciare documenti di famiglia o organizzando eventi culturali che celebrano le tradizioni locali.
Anche la tecnologia gioca un ruolo interessante nel turismo delle origini. Per esempio, piattaforme come Ancestry.com e MyHeritage permettono alle persone di tracciare il proprio albero genealogico, mentre i social media facilitano la connessione con parenti lontani. Molti viaggiatori utilizzano questi strumenti per pianificare i loro itinerari, individuando con precisione i luoghi d’origine delle loro famiglie. Inoltre, diverse regioni italiane stanno investendo in progetti digitali per promuovere il turismo delle origini. Ad esempio, la Regione Calabria ha lanciato iniziative per facilitare il ritorno degli italo-discendenti. Mentre la Puglia e la Sicilia stanno sviluppando piattaforme online per raccontare la storia dell’emigrazione locale.
Il turismo delle origini non è solo un viaggio fisico, ma anche emozionale e culturale. Attraverso questo fenomeno, milioni di persone riescono a costruire un ponte tra passato e futuro. Riscoprendo le loro radici e creando nuove connessioni con la terra dei loro antenati. L’Italia, con la sua straordinaria ricchezza culturale e paesaggistica, è il luogo ideale per questo tipo di esperienza.

