Curiosità

Il pappagallo primo della classe: non ripete, ma inventa e ricorda

di 30 Gennaio 2004No Comments

Possiede un vocabolario di 950 parole, coniuga verbi al passato, presente e futuro, ha un buon senso dell’umorismo, probabilmente capacità telepatiche. Strano? Beh, visto che parliamo di un cenerino coda rossa, cioè di un pappagallo, la cosa senz’altro stupisce. Tanto che la rivista britannica BBC Wildlife Magazine ha dedicato un ampio servizio a N’kisi: questo il nome del volatile che ha sei anni e, originario dell’Africa, è ora di proprietà di un artista newyorkese.
Tanto straordinarie le capacità comunicative del pappagallo che gli esperti si sentono costretti a fare una nuova valutazione della portata della comunicazione tra uomini ed animali. N’kisi insomma riesce a usare le parole nel contesto giusto, a ricordare, a riconoscere, insomma a compiere quelle attività che ne fanno il primo della classe nella materia linguaggio degli esseri umani.
Qualche esempio? N’kisi, in maniera simile ai bambini piccoli, ricorre alla creatività per descrivere nuove idee: gli olii per l’aromaterapia usati dal suo padrone diventano per lui “medicine con odore gradevole”.
L’animale riesce anche ad associare persone e oggetti reali con le loro fotografie. Incontrando la famosa primatologa Jane Goodall per la prima volta e avendone soltanto visto una fotografia che la ritraeva assieme a degli scimpanzè, le ha subito chiesto:”Ce l’hai lo scimpanzè?”. Goodall ritiene che l’entusiasmo di N’Kisi nell’imparare a comunicare col proprio padrone sia un “esempio straordinario di comunicazione intraspecifica”.
Ma le capacità di questo pappagallo non si limitano all’uso del vocabolario: Eleanor O’Hanlon collaboratrice del BBC Wildlife racconta di aver assistito a un esperimento il cui esito poteva solo essere spiegato dalla capacità telepatica dell’animale. Quando N’kisi e il suo padrone sono stati messi in due camere separate il pappagallo è stato in grado di descrivere l’oggetto delle fotografie che l’artista stava osservando con un’accuratezza ben tre volte più alta che se avesse indovinato a caso.
Questi primi risultati sono ancora controversi ma O’Hanlon rivela nel suo articolo che ci sono molti nuovi studi che analizzano la comunicazione tra le specie e che stanno inducendo nuove riflessioni sull’intelligenza degli animali. E, forse, degli esseri umani?

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Renato Martinolli

Renato Martinolli

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