Le amicizie e le relazioni virtuali esistono e hanno valore.

Per quasi 8 persone su 10 il coronavirus non solo non ha influenzato i rapporti d’amicizia, ma in alcuni casi li ha pure rafforzati. Questo è il risultato di un sondaggio globale che Snapchat ha eseguito su un campione di 40.000 persone provenienti da tutto il mondo. Ognuna di loro è compresa tra i 13 e i 40 anni, e nonostante tutte abbiano sofferto l’impossibilità di vedersi di persona, pochissimi hanno reputato inutile la comunicazione online. Sembra, al contrario, che proprio la necessità di comunicare abbia migliorato notevolmente l’esperienza dei rapporti online. Un’indagine interessante (anche se non esaustiva) per capire cosa sta succedendo nel mondo delle relazioni umane ormai mediate stabilmente dagli ambienti virtuali. 

La crescita forzata del virtuale

Le misure prese in tutto il mondo per contrastare la diffusione del Covid hanno obbligato le persone a sfruttare il web per mantenere i contatti. Tutti hanno iniziato a conoscere Meet, Skype e Teams per poter seguire riunioni di lavoro, corsi di formazione professionale e lezioni. E l’obbligo di lavorare da casa ha messo a dura prova i lavoratori di ogni settore, in particolare nei settori in cui l’informatica è poco presente (in primis le scuole). Lo sforzo di adattamento ha comunque permesso di scoprire i lati positivi del lavoro virtuale, come i tempi morti ridotti al minimo e la possibilità di integrare la comunicazione verbale con elementi virtuali.

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I più giovani hanno visto svilupparsi sotto i loro occhi il mondo delle app, come Houseparty e Rave. La prima è nata nel 2016 e permette di creare una stanza a cui far accedere gli amici come se ci si trovasse al bar: si può chiacchierare, giocare ai giochi disponibili e condividere video. Il tutto in videocall. Portando l’esperienza della relazione virtuale al piano superiore, al piano della qualità.

Un film insieme per emozionarsi anche distanti

La seconda invece si concentra sulla condivisione di materiale audio-visivo, compreso quelle delle piattaforme streaming: ogni utente può sfruttare il proprio abbonamento e guardarne le offerte con altre persone. Vedere insieme una scena, commentarla, stoppare la riproduzione, andare avanti o indietro: la classica serata Netflix con gli amici, ma online. 

Ma ci sono anche applicazioni per generazioni più mature. Clubhouse, per esempio, è basato sulla voce, sulla possibilità di interagire nelle stanze di conversazione audio che propongono i temi più disparati e riportano al centro lo scambio di contenuti, di aiuto, di collaborazione. L’app sta avendo un successone e promette di diventare il nuovo social “sincronico”: quello nel quale esserci ora, tessere relazioni, esprimere valore. Rientrando subito dopo nel mondo fisico: senza bacheche, tracce (almeno testuali o visuali), messaggi scritti da interpretare…

I numeri di Snapchat e gli studi sull’amicizia

Il sondaggio di Snapchat naturalmente non è sufficiente a fornire un quadro completo, ma fornisce comunque alcuni dati interessanti. Il 67% degli intervistati ha affermato che i loro rapporti d’amicizia non hanno subito influenze dalla pandemia. E del 33% per cento rimanente, poco meno della metà (47%) sente di aver addirittura rafforzato i propri legami, nonostante la mancanza del contatto fisico.

A quest’ultima ha supplito la possibilità di comunicare online, in particolare la videochiamata: Donya Alinejad, ricercatrice dell’Università di Utrecht, spiega come la comunicazione visiva, anche virtuale, crei un senso di “co-presenza”. Questa stimola la sensazione di essere effettivamente vicino alla persona con cui si interagisce, anche se fisicamente si è molto distanti. Ecco perché le relazioni virtuali cominciano ad avere senso e qualità. A essere importanti e non semplice intrattenimento o distrazione. 

Cosa resterà nel futuro

Insomma, il Covid ha costretto il mondo dell’amicizia a esplorare un terreno che fino a quel momento era, nonostante l’espansione del digitale, ben poco sfruttato. Il distacco forzato dai ritmi frenetici e dallo stress ha permesso di riscoprire il valore di cose che prima si davano per scontate. E i rapporti personali (di amicizia come di amore), se da una parte hanno dovuto compensare la perdita del contatto fisico, dall’altra hanno beneficiato della possibilità di godere appieno della compagnia (seppur virtuale) senza l’ansia di dover incastrare gli appuntamenti e rincorrersi con gli orari.

Su cosa resterà di tutto questo nel prossimo futuro è ancora difficile esprimersi, viste le numerose varianti ancora in gioco. Ma di certo, quando potremo scegliere tra gli appuntamenti virtuali e quelli reali, avremo una percezione ben più chiara del loro valore.

La psicologa: “Situazione difficile, ma bisogna trarne il meglio”

La psicologa Roberta Manenti, psicologa clinica e sessuologa, descrive in questo modo la questione dei rapporti sentimentali: “La situazione attuale obbliga le coppie ad affrontare sfide molto complesse. Ciò significa che è anche un’occasione di crescita: per imparare a parlare di amore e sesso senza pregiudizi, confrontandosi su gusti e desideri. La necessità stessa di utilizzare i social obbliga le persone a trovare un nuovo linguaggio per esprimere i propri affetti, emozioni e stati d’animo. E poiché la normalità prima del 2020 non tornerà a breve, sarà necessario ricordarsi ciò che stiamo imparando: non dare per scontata la presenza del partner, la necessità sarà quella di comunicare al meglio. Sempre”.

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Riccardo Ruzzafante

Riccardo Ruzzafante

Riccardo Ruzzafante, ho studiato Scienze Storiche all'Università di Torino. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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