Il reframing è un processo di ristrutturazione cognitiva che, attraverso punti di vista alternativi, ci aiuta a comprendere, in maniera più oggettiva, quello che ci succede. Tendiamo, spesso, a lamentarci delle cose che vanno male nella nostra vita, attivando una spirale di negatività da cui risulta difficile uscire. In realtà, non esistono situazioni negative o positive in assoluto, ma ciò che le rende tali è il nostro punto di vista, ovvero la nostra personale percezione del mondo. Cambiare la visione della nostra realtà, osservandola in contesti differenti, vuol dire cambiare il significato che diamo agli eventi che ci circondano, modificando i nostri schemi comportamentali e di pensiero.

Cos’è il reframing

Il reframing permette alla nostra mente di essere più flessibile e pronta per affrontare qualsiasi sfida del quotidiano, si tratta di una tecnica di Programmazione Neuro-Linguistica (PNL), un approccio pseudoscientifico ideato da Richard Bandler e John Grinder, che studia la relazione fra i comportamenti di successo e gli schemi di pensiero che ne sono alla base.

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Problema e soluzione: le “cornici” del reframing

Nel reframing si usa il termine “cornice” per descrivere la modalità con cui osserviamo una situazione: attraverso le cornici problema ci focalizziamo su tutto ciò che vogliamo evitare, o che riteniamo sbagliato o ingiusto, mentre le cornici risultato spostano la nostra attenzione sulle opportunità, sulla soluzione e sui benefici che desideriamo ottenere.

Un uso consapevole delle cornici ci permette di diversificare gli stimoli ricevuti dal nostro cervello, ovvero la percezione che abbiamo di un evento: più positivi saranno questi stimoli, più piacevole sarà l’effetto sulle nostre emozioni e sui nostri comportamenti.

Gli ottimisti, per esempio, utilizzano soprattutto le cornici risultato, passando la loro vita a reinterpretare ciò che succede in un’ottica positiva, mentre i pessimisti si comportano in maniera opposta, analizzando negativamente le loro esperienze di vita.

Modificare il proprio comportamento

Il reframing può modificare un determinato comportamento dandogli un significato alternativo (meaning o content reframe), oppure ponendolo in un altro contesto (context reframing).

Il context reframing, o ristrutturazione di contesto, pone la domanda: “in quale altro contesto questo comportamento può essere utile?“. Questo accade quando cerchiamo una condizione diversa in cui la stessa esperienza, o un dato comportamento, o un lato negativo del nostro carattere, diventano utili al contesto.

Il content reframe o ristrutturazione del contenuto pone la domanda: “che altro significato potrebbe avere questo comportamento?“. In questo modo, allo stesso evento, situazione o comportamento, viene attribuito un significato positivo, reinterpretando solo le proprie emozioni. Per esempio, invece di irritarsi perché i propri figli, tornando a casa, lasciano delle impronte di fango, si può gioire del fatto che siano tornati a casa.

Il segreto sta nel riuscire a riformulare qualsiasi avvenimento, guardandolo da più punti di vista, capendo quali siano gli aspetti utili a migliorare la nostra vita. Anche se i fatti restano gli stessi, il cambiamento è nella nostra testa, ed è questo ciò che conta.

Come mettere in pratica il reframing

In una società come la nostra è facile avere pensieri negativi, come: “Perché non riesco a vivere una vita serena?” oppure “Questa vita è troppo difficile” o “La sfortuna mi perseguita“. Focalizzarsi su questi pensieri li rende sempre più veri, impedendoci di apprezzare gli aspetti positivi della vita.

Dovremmo, invece, pensare: “Bene, cosa posso imparare da questa situazione?” oppure “Oggi è andata così, ma la prossima volta andrà meglio“. Quando cambiamo il nostro punto di vista, ci rendiamo conto che ogni cosa ha un’importanza relativa e che tutto è plasmabile dalla nostra mente, riacquistando speranza.

Grazie al reframing non si parla mai di un problema da risolvere, ma di una sfida da affrontare. Ogni situazione diventa un’opportunità da sfruttare, che ci permette di evolvere come esseri umani e migliorare le nostre capacità di interazione con gli altri.

 

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Brunella Mascolo

Brunella Mascolo

Logopedista e aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al progetto formativo realizzato dall'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo. Come professionista sanitario, nonché persona molto empatica e introspettiva, scrivo principalmente di tematiche inerenti alla crescita personale e alla prevenzione e alla tutela della salute e del benessere mentale.

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