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Si può “guarire” dalla sfortuna?

Buon lunedì!

Buon lunedì!

La settimana scorsa abbiamo parlato di fortuna al gioco e abbiamo detto che gli ottimisti non ci credono. Quindi non hanno la pessima abitudine di puntare i loro soldi in giochi e scommesse varie. Eppure anche chi non ha il “vizio” del gioco spesso si confronta con il concetto di fortuna-sfortuna, ed ecco la buona notizia: dalla sfortuna si può “guarire”!

Chiariamo subito che la parola “guarire” è impropria perché non si tratta di una malattia, ma per capirci va bene: ciò che intendiamo è che è possibile rimuovere o quantomeno limitare gli episodi sfortunati dalla propria vita.

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Questa è una bella notizia, soprattutto per tutti quelli che pensano veramente di essere sfortunati e che il destino si accanisca contro di loro. Purtroppo però ho anche una notizia meno bella: guarire dalla sfortuna ha un costo! Ebbene sì. Di certo non si tratta di un prezzo da pagare in euro, per amuleti, sortilegi o altre “diavolerie”, ma si tratta comunque di un “prezzo” in termini di fatica! La fatica di cambiare mentalità!

Ora, voglio lasciare il discorso semplice, perché non è questa la sede per approfondire, ma la buona notizia è che dopo anni e anni di ricerche psicologiche è stato ampiamente dimostrato che gli eventi che noi percepiamo come “sfortunati” da altre persone possono essere percepiti come “neutri” o addirittura favorevoli!

Ma come? Ciò che è negativo è negativo e se ti capita è una sfortuna! Non ci sono discorsi. Questo è quello che pensano le persone che si ritengono sfortunate! Nella loro mente non c’è la possibilità di poter decidere il significato degli eventi, e soprattutto non si assumono mai la responsabilità di queste interpretazioni. Al contrario le persone che sono “guarite” dalla sfortuna, hanno imparato a sentirsi responsabili di come pensano e di come interpretano gli eventi.

Chi non è “guarito” dalla mentalità sfortunata, confonde la causa degli eventi negativi con il significato degli eventi stessi. Si accanisce a voler dimostrare che siccome non si può essere responsabili della causa, allora non si potrebbe essere nemmeno responsabili del significato!

Di fatto però, un vero ottimista non si sente responsabile di tutti gli eventi e delle cose che gli capitano, ma si sente sempre responsabile di come li interpreta e di come cerca di reagire. Imparare ad usare questo particolare senso di responsabilità non è facile perché richiede di abbandonare per sempre il concetto di “sfortuna”!

Onestamente è molto più facile lamentarsi e accusare il caso, il governo, la crisi, le stelle o il gatto nero! Alla fine, però, vediamo che ci sono milioni di persone che stanno peggio di noi e che però sono felici, ottimiste e coraggiose perché pensano di essere già fortunate ad avere quello che hanno!

Molte persone alimentano la loro sfortuna lamentandosi continuamente di questo e di quello, contribuendo a renderli meno “socialmente piacevoli” e quindi più sfortunati. Se una persona si crea la reputazione del “lamentoso” o addirittura dello sfortunato o magari peggio ancora “porta sfiga”, non solo verrà mal visto dagli altri ma vedrà male anche se stesso!

Quando uno non crede in se stesso si lamenta continuamente e incolpa sempre tutto e tutti di ciò che non ha, non è “attraente” e se per caso attorno a lui ci fosse qualcuno che ha una opportunità da offrire, probabilmente la offrirebbe a qualcun’altro, che invece ha l’atteggiamento opposto: positività, responsabilità e intraprendenza.

In definitiva, è l’idea stessa che esista la sfortuna e dunque a crearla, come una sorta di profezia che si auto avvera! Bello o brutto che sia è così che funziona! Siamo noi con il nostro atteggiamento a crearci la sfortuna e siamo noi cambiando atteggiamento che possiamo “guarirne”!

So bene che non è un argomento facile da “digerire” e immagino che qualcuno vorrà lasciare commenti in cui elenca decine di casi in cui secondo lui tutto è dovuto alla sfortuna. Ma spero anche che qualcuno vorrà raccontare di come si possa imparare a gestirla e a crearsi la propria “fortuna personale”.

A lunedì prossimo!

Sebastiano Todero

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