Giusi Versace, campionessa paraolimpica di atletica leggera, detentrice del record italiano dei 200mt ed europeo dei 100mt. Semifinalista ai mondiali di Lione nei 100mt è finalista (posizionandosi settima) nei 200mt. La storia sportiva di Giusy inizia con una profonda cicatrice dell’anima, in un piovoso giorno di agosto del 2005. Giusy sta guidando sulla Salerno-Reggio Calabria. A tenerle compagnia solo uno strano presentimento e il pensiero inquietante di un sogno avuto la sera prima…

A un certo punto la macchina sbanda. Slitta sul manto bagnato della strada, “sembrava quasi galleggiasse” racconta la giovane, pescando i ricordi di quei fatali istanti. Dopo un’infinita serie di movimenti incontrollati, il veicolo si schianta violentemente contro il guard rail. In quel momento Giusy, che non ha perso mai conoscenza, avverte un grande calore diffuso in tutto il corpo e un dolore lancinante alle caviglie. La mente, per quanto in quei momenti disperati rimanga incredibilmente lucida, non può e non vuole credere. Poi il buio. Giusy si risveglia ancora dolorante in un letto d’ospedale. E’ viva, ma non ha più le gambe.

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Così Giusy inizia un duro lavoro su se stessa e sulla sua anima e sulla sua mutata fisicità sempre supportata dall’amore della sua famiglia. Giusy è una donna rara. Ascoltando e leggendo le sue interviste la cosa che più colpisce, oltre  alla sua solarità, è questa capacità di comprensione, sia dell’imbarazzo vissuto dalle persone di fronte al suo handicap, sia dall’accettazione – ma mai rassegnazione – della sua condizione. Ed è in questa piega della sua storia che si inserisce lo sport.

Giusy comincia a correre. Un po’ “Per scommessa” un po’ “per riprovare ancora una volta la sensazione del vento tra i capelli”. Si fa costruire delle protesi: il dolore è forte. Ma Giusy sorride. Non molla. La gente intorno comincia a fare il tifo per lei. Non più solo i suoi amici e parenti più stretti, ma sempre più persone la incoraggiano, la ammirano, la prendono da esempio. “Non vergognatevi della vostra diversità. Siate voi stessi” risponde lei. E’ questo il suo grido di orgoglio e di coraggio ed è questo che la invoglia, dal 2010 ad oggi, a continuare a superare i suoi limiti, tanto nella vita quanto nello sport.

Nel 2011 fonda Disabili No Limits, una Onlus nata per restituire a tutte le persone disabili una vita autonoma. Nel 2013 è autrice di un libro, Con la testa e con il cuore si va ovunque. A dimostrare a se stessa e agli altri, abili o disabili, che sono questi due organi il segreto di ogni campione. Il resto, forse alla fine, non conta.

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Valentina Marchioni

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Un Commento

  • Apollonia Rutigliano ha detto:

    Complimenti per la grandissima capacità di riuscire moltissima gente dovrebbe solo imparare