Matura ogni giorno di più la consapevolezza ecologica degli Italiani: sì al turismo, ma – soprattutto – sì a un turismo sostenibile, rispettoso dell’ambiente e delle sue esigenze.

Secondo un recente sondaggio effettuato da Ipr (i cui risultati sono stati sintetizzati da UniVerde) il 70% degli Italiani, a parità di prezzo, preferisce soggiornare in strutture alberghiere eco-sostenibili. Mentre un buon 55% degli intervistati, sarebbe addirittura disposto a pagare di più per soggiornare in una struttura ricettiva “eco-friendly”.

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I dati evidenziano come il campione su cui hanno indagato gli intervistatori (circa 1.000 persone provenienti da tutta la penisola), sia oggi pienamente consapevole delle ripercussioni negative che lo sviluppo di un’economia turistica selvaggia può produrre sull’ambiente. Rischi che, per la maggior parte degli intervistati, sono imputabili alla speculazione edilizia e alla conseguente cementificazione incontrollata delle aree verdi. In questo quadro, le strutture alberghiere (o meglio: le tecniche di costruzione e le modalità di conduzione delle strutture alberghiere), giocano decisamente un ruolo chiave, basti pensare al fatto che un “hotel-tipo” inquina, in media, quattro volte di più rispetto ad una casa.

Ma in cosa si differenzia, sostanzialmente, una struttura recettiva di tipo tradizionale rispetto a un hotel eco-friendly? La risposta la fornisce in modo abbastanza esauriente Ecoworld Hotel, la prima catena italiana che riunisce e disciplina le strutture alberghiere green. Nel circuito di Ecoworld Hotel, le stelle con cui viene attestata la qualità delle comuni strutture alberghiere, sono sostituite (in modo molto emblematico) dalle foglie: maggiore è il numero di foglie con cui viene identificata una struttura recettiva, più alta è la garanzia di ecosostenibilità offerta dall’hotel.

I criteri in base a cui viene valutato un hotel “eco-friendly” sono numerosi: il 60% delle lampadine deve essere di classe energetica A, i detergenti utilizzati devono essere di alta qualità e scarsamente inquinanti, almeno il 50% della carta usata deve essere riciclata e la raccolta dei rifiuti deve essere rigorosamente differenziata. Al momento, le strutture alberghiere che rispondono a queste esigenze di base sono 107. Alcuni hotel tuttavia, si sono spinti oltre ed hanno conseguito una valutazione “di eccellenza” grazie al controllo del consumo di acqua, al perfezionamento all’isolamento termico degli ambienti e allo sfruttamento dell’energia proveniente da fonti rinnovabili.

 

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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