Il premio Nobel per la pace è stato assegnato a due giornalisti in prima linea contro fake news e per la libertà di espressione.

Maria Ressa e Dmitry Muratov sono stati premiati con il Nobel per il loro impegno nel contrasto alle fake news e per la loro lotta per la libertà di espressione. Queste le motivazioni del parlamento svedese, che secondo le volontà del fondatore si occupa di assegnare il premio per la pace: “Per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è una condizione preliminare per la democrazia e una pace duratura”.

Nel 2020 il premio Nobel per la pace era stato assegnato al World Food Programme: quest’anno sono stati due giornalisti a vedere riconosciuto il loro impegno. Di recente è stato assegnato anche il premio Nobel per la letteratura allo scrittore Abdulrazak Gurnah e quello per la fisica a Klaus Hasselmann, Syokuro Manabe e all’italiano Giorgio Parisi. Il premio Nobel per la chimica è andato a Benjamin List e David MacMillan e quello per la medicina a David Julius e Ardem Patapoutian.

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Giornalisti da premio Nobel

Maria Ressa e Dmitry Muratov vivono e lavorano in Paesi in cui la democrazia è costantemente abusata e i giornalisti perseguitati. Maria Ressa, 58 anni, filippina d’origine ma naturalizzata americana, è una delle voci più critiche verso il regime di Rodrigo Duterte. La giornalista è nota per aver fondato il sito giornalistico Rappler, una delle testate principali delle Filippine, fin dalla nascita preso di mira dal regime.

Maria Ressa è conosciuta anche per il suo impegno internazionale per la libertà di stampa e di espressione: è infatti membro della Commissione per la democrazia e l’informazione di Reporter senza Frontiere. La giornalista ha lavorato spesso all’estero come inviata della CNN nei paesi dell’Asia.

Dmitry Muratov, 59 anni, è il caporedattore del giornale russo Novaya Gazeta, l’unico che può vantare una reale indipendenza dall’influenza di Putin e per questo da anni sotto attacco. Il giornale, fin dalla sua nascita nel 1993 come costola indipendente del quotidiano di regime Pravda, si è posto come regola la libertà assoluta d’espressione e l’indipendenza. Per questo negli anni è stato preso di mira e i suoi redattori sono stati perseguitati, fino alla morte: ben cinque giornalisti di Novaya Gazeta sono stati assassinati.

La vittima più illustre delle purghe del governo di Putin è stata Anna Politkovskaja. La giornalista fu uccisa nel 2006 per aver firmato molti articoli che testimoniavano gli abusi delle autorità russe e la corruzione imperante all’interno del governo.

Maria Ressa contro Facebook

La giornalista filippina, fresca di premio Nobel, ha fatto parlare di sé anche per le sue recenti dichiarazioni sul colosso dei social network Facebook. La giornalista sostiene che Facebook rappresenti una minaccia per la democrazia, non protegga i suoi utenti dalla diffusione di notizie false e spesso, anzi, ne fomenti la diffusione. Il commento di Maria Ressa, affidato al Guardian, arriva all’indomani del nuovo scandalo che coinvolge il gigante della Silicon Valley.

Nelle scorse settimane una ex dipendente di Facebook era uscita allo scoperto rivelando come, ai vertici dell’azienda, si conoscessero perfettamente i rischi per la salute e la democrazia che il social network può provocare, ma si fosse scelto di ignorarli. Maria Ressa ha un ottimo motivo per essere critica verso Facebook: proprio attraverso i social network il governo di Rodrigo Duterte ha provato diverse volte a screditare lei e il suo giornale.

“Se non hai fatti, non puoi avere verità, non puoi avere fiducia. Se non hai nessuno di questi, non hai una democrazia”, ha affermato la giornalista premio Nobel.

Il riconoscimento dell’accademia svedese a Maria Ressa arriva in un momento delicato per il suo paese: le Filippine sono chiamate infatti al voto a maggio, per eleggere il successore di Duterte. La campagna elettorale, che si giocherà principalmente sui social,“sarà una battaglia per i fatti. Continueremo ad assicurarci che il nostro pubblico veda i fatti, li capisca. Non saremo molestati o intimiditi fino al silenzio”.

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Giulia Zennaro

Giulia Zennaro

sono una giornalista freelance di cultura e società, scrivo come ghostwriter, insegno in una scuola parentale e tengo laboratori di giornalismo per bambini. Scrivo per Hall of Series e theWise Magazine e, naturalmente, BuoneNotizie.it: sono diventata pubblicista grazie al loro laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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